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Motor Show: sarà a maggio 2019 non a Bologna, ma a Modena

FINE DI UN CLASSICO? – Il Motor Show di Bologna continua le sue tribolazioni. Quando era già fissata la conferenza stampa di presentazione dell’evento previsto come al solito per i primi di dicembre nel quartiere fieristico bolognese, è arrivata la doccia fredda: niente edizione 2018 e prossima edizione a Modena nel prossimo mese di maggio 2019. La decisione non è dipesa dagli organizzatori, ma da Bologna Fiere, la società proprietaria dell’area espositiva. Soltanto nei giorni scorsi Bologna Fiere ha comunicato al Motor Show che a dicembre saranno già in corso i lavori di ampliamento dei padiglioni. Una situazione che priva il Motor Show dell’area su cui si svolgono normalmente le gare, molto importanti nel bilancio della rassegna motoristica per il pubblico che attirano. Gli organizzatori della kermesse hanno allora optato per la cancellazione dell’edizione 2018 con rinvio al mese di maggio e non a Bologna ma Modena. 


UN SALONE DIFFUSO – Nell’annunciare la novità la società del Motor Show ha anche accennato ad alcune caratteristiche dell’evento modenese. Sarà un salone diffuso, vale a dire con gli eventi sparsi in diverse location della città, con il coinvolgimento dei musei Ferrari, Lamborghini e Pagani. Le gare si svolgeranno invece sulla pista di Marzaglia, quella nota come autodromo di Modena. Niente da fare invece per il classico Memorial Bettega, non essendo state individuate a Modena aree idonee per la manifestazione.  

Salone di Ginevra 2019: Ferrari F8 Tributo, la regina

Svelata la berlinetta che sostituisce la 488 GTB. Motore centrale V8 turbo da 720 cavalli, migliori prestazioni ed efficienza aerodinamica

Eccola, la sostituta della 488. Si chiama Ferrari F8 Tributo e la vedremo al salone di Ginevra 2019. In attesa di questa anteprima mondiale, la casa di Maranello ha diffuso le prime foto e informazioni. Il motore V8 turbo viene definito come il più prestazionale di sempre per una Ferrari stradale non serie speciale: più che la potenza massima, comunque strabiliante con i suoi 720 cavalli, è il dato della potenza specifica a lasciare a bocca aperta: ben 185 cavalli per litro.

Ferrari F8 Tributo, scheda tecnica

Come dicevamo, la Ferrari F8 Tributo sostituisce la 488 GTB. Mantiene quindi l’architettura a motore posteriore centrale. Rispetto alla 488, la F8 ha 50 cavalli in più e un’efficienza aerodinamica migliorata del 10%. Non basta: il peso è stato anche ridotto di 40 Kg. Diverse soluzioni per la gestione termica del motore sono mutuate dalla 488 Pista, ad esempio i radiatori anteriori inclinati verso il posteriore e lo spostamento delle prese dinamiche di aspirazione dalla fiancata alla parte laterale dello spoiler. Per quanto riguarda le modalità di guida, ora anche nella posizione Race del manettino è attivo il Ferrari Dynamic Enhancer: l’obiettivo è far avvicinare un numero sempre maggiore di conducenti al proprio limite mantenendosi in condizioni di sicurezza.

Riepiloghiamo la scheda tecnica della Ferrari F8 Tributo. Quindi motore V8 3.9 turbo in posizione posteriore centrale; potenza massima 720 cavalli ad 8.000 giri, potenza specifica 185 cavalli/litro; coppia massima 770 Nm a 3.250 giri. Peso a secco 1.330 Kg. Le prestazioni: accelerazione 0-100 in 2,9 secondi; 0-200 in 7,8 secondi; velocità massima 340 Km/h. Dimensioni: lunghezza 4.611 mm, larghezza 1.979 mm, altezza 1.206 mm.

Design e interni della Ferrari F8 Tributo

Passando al design, il nuovo frontale integra il condotto S-Duct, anch’esso come sulla 488 Pista: ricordiamo che si tratta di un’apertura a forma di S rovesciata, applicata sul fondo della vettura per diminuire la pressione dell’aria sotto il muso, migliorando il carico aerodinamico frontale e quindi la stabilità della vettura alle alte velocità in rettilineo; una soluzione derivata dalla Formula 1. Grazie a tale elemento, la sezione anteriore della F8 Tributo contribuisce per il 15% all’aumento del carico globale rispetto alla 488.

Tutto in una Ferrari ha come fine primario la ricerca della prestazione. Anche i nuovi fari a LED anteriori orizzontali: la loro maggiore compattezza ha permesso di ricavare nuove prese di raffreddamento per i freni; grazie al miglioramento generale del flusso d’aria sotto l’intero vano ruota, si è potuto evitare di aumentare le dimensioni dell’impianto frenante che altrimenti si sarebbe reso necessario data la maggiore velocità della vettura.

Il lunotto posteriore è un omaggio in chiave moderna a quello della leggendaria Ferrari F40. Le feritoie aiutano ad estrarre l’aria calda dal cofano motore senza penalizzare l’efficienza dello spoiler; quest’ultimo è stato a sua volta evoluto per aumentare il carico posteriore. Lo spoiler avvolge i gruppi ottici posteriori, i quali tornano allo stile a doppio fanale. Qui l’omaggio è invece alle prime berlinette V8, tra cui la 308 GTB.

Per quanto riguarda gli interni, si sottolinea la nuova generazione dell’interfaccia di comando, chiamata HMI (Human Machine Interface); rinnovati volante (diametro ridotto) e comandi, così come il nuovo display del lato passeggero.

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Il futuro è dell’auto a idrogeno: un pieno da 600 km in 3 minuti

Auto elettrica sì, ma quale? Sull’onda delle previsioni che danno per imminente una quota significativa di macchine a emissioni zero o ibride, si riaccende il dibattito sull’alimentazione del motore elettrico. E torna in pista l’idrogeno, forte di una spinta innovativa che ne ha cambiato radicalmente le prestazioni e dell’appoggio dell’Hydrogen Council che conta 53 grandi imprese (dalla Toyota a Air Liquide) e stima la presenza di più di 10 milioni di macchine a idrogeno entro il 2030.

“Negli ultimi tre anni, grazie a un investimento di 10 miliardi di euro, le fuel cell hanno fatto uno straordinario salto tecnologico”, spiega Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University. “Oggi sono grandi come un computer portatile e pesano poco più di 10 chili, invece dei 400 delle batterie. Anche il pieno di idrogeno che le alimenta, e che consente di percorrere da 600 a 800 chilometri, è molto più leggero di quello tradizionale, solo 5-8 chili, e si fa in tre minuti. Inoltre se si mettono assieme due fuel cell si ottiene abbastanza energia per far viaggiare senza problemi un camion. Con queste prestazioni non c’è gara: il futuro è dell’idrogeno. Anche perché i prezzi crolleranno ed entro 5 anni queste macchine saranno competitive anche dal punto di vista del costo”.

A sostenere la variabile idrogeno della mobilità elettrica è una proposta di legge di iniziativa popolare sulla transizione energetica green, appoggiata da un gruppo di parlamentari, che viene presentata oggi in un convegno organizzato alla sala Isma del Senato. Il testo, elaborato dalla Fondazione H2U The Hydrogen University, ha il patrocinio dell’Anci e prevede un finanziamento di 100 milioni di euro per il Piano nazionale idrogeno che punta a utilizzare i picchi di elettricità resi disponibili dalla progressiva crescita delle fonti rinnovabili.

E’ una correzione di rotta per allineare l’Italia con i Paesi che per primi hanno scommesso sull’auto a idrogeno. A guidare la volata è il Giappone: la Toyota ha già investito 4 miliardi di dollari e nel 2020 sarà pronta una fabbrica che decuplicherà la sua capacità produttiva portandola a 30 mila macchine l’anno. Segue la Corea: la Hyundai ha firmato un accordo per vendere mille camion a idrogeno in Svizzera. Nell’Unione europea il capofila è la Germania: Bmw e Daimler hanno occupato la posizione e hanno spinto a realizzare una rete di distributori di idrogeno (in Europa la rete conta 150 punti, concentrati in Germania, con una presenza a Parigi, Londra, in Scandinavia e in Spagna; in Italia c’è solo a Bolzano).

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Noleggio a lungo termine: più conveniente dell’acquisto auto?

Il noleggio a lungo termine dell’autovettura è diventato negli ultimi anni una soluzione molto apprezzata per chi vuole avere un veicolo sempre a disposizione ma non vuole sostenere le spese relative a un acquisto o gli elevati costi del mantenimento. Qui di seguito, tutti i vantaggi e gli svantaggi di una formula che è particolarmente conveniente per le aziende e per i titolari di partita IVA, ma di interesse anche per i privati.

Il tramonto dell’auto di proprietà

Anche per primarie questioni di vivibilità delle città, densità di popolazione e traffico, senza contare il rispetto per l’ambiente, sempre più persone decidono di non acquistare più un’auto propria. Se fino a pochi anni fa era quasi la norma per un nucleo familiare avere da una a tre vetture di proprietà, oggi si preferisce ricorrere ai mezzi pubblici o a servizi come il car sharing e, appunto, il noleggio a lungo termine. Ma di che cosa si tratta esattamente?

Che cos’è il noleggio a lungo termine

Come si intuisce dal nome, si tratta di una forma di noleggio del veicolo che non si risolve in pochi giorni o settimane, ma dura anni: di solito, dai 2 ai 5. Anche per questo è una soluzione estremamente popolare per le aziende che devono avere una flotta di auto aziendali sempre efficienti e non possono occuparsi della manutenzione di ognuna di esse; in più, con il noleggio, possono “spalmare” il prezzo d’acquisto su un periodo molto più lungo. A differenza del leasing, qui non c’è una maxirata finale che permette di riscattare la vettura (soluzione scelta di rado, visto che è basata sul valore dell’auto nuova e non su quello a fine leasing) e, inoltre, tutte le spese (manutenzione, assicurazione, bollo, soccorso stradale) non sono a carico del cliente, ma della ditta che effettua il noleggio.

Ma il noleggio a lungo termine è popolare anche tra i privati, soprattutto nelle grandi città: vediamo perché.

I vantaggi del noleggio a lungo termine

La grande comodità del noleggio a lungo termine si può riassumere in due parole: all inclusive. Scegliere questa formula, infatti, consente di non doversi più occupare di tutte le incombenze che riguardano l’auto propria, in primis l’assicurazione auto RCA (di solito con tanto di incendio e furto). In diversi casi è compresa anche la Kasko, per permettere di guidare in assoluta tranquillità senza preoccuparsi di urti accidentali.

In più, il noleggio a lungo termine comprende anche il bollo auto e la tassa di proprietà, ovvero tutte le imposte di solito legate al possesso di una vettura, e soprattutto la manutenzione: sia i tagliandi prestabiliti (di norma ogni 20.000 chilometri) che i guasti improvvisi vengono coperti dall’azienda che effettua il noleggio. Non solo: non è nemmeno necessario, nella maggior parte dei casi, ricordarsi le relative scadenze, visto che è la stessa ditta ad accordarsi con le officine convenzionate. In determinati casi è compresa anche la sostituzione degli pneumatici estivi e invernali a seconda della stagione, senza dimenticare i servizi per una circolazione corretta su strada come l’equilibratura e la convergenza. Infine, i vantaggi di un noleggio a lungo termine si possono apprezzare anche in caso di incidente, visto che la gestione del sinistro è completamente a carico degli operatori, comprese l’assistenza stradale, l’auto sostitutiva e così via. Di fatto, l’unica cosa che non è compresa nel noleggio a lungo termine è la spesa per il carburante.

Quanto costa il noleggio a lungo termine

Il noleggio auto a lungo termine prevede un canone mensile e quasi sempre un anticipo di qualche migliaio di euro, a seconda del modello selezionato. La spesa finale è inferiore all’acquisto (nell’ordine del 60-70%, in media), ma ovviamente al termine del noleggio non si ha la proprietà dell’auto, e quindi non si può accedere al valore di permuta che normalmente si avrebbe con un acquisto.

Da qui deriva la prima conclusione riguardo alla convenienza del noleggio auto a lungo termine: si tratta di una soluzione davvero efficace soprattutto se si è solito cambiare la propria vettura con una certa frequenza, in modo da avere un mezzo sempre efficiente e con le ultime tecnologie disponibili. Chi invece compra un’auto per tenerla almeno 6-7 anni può ammortizzare i costi superiori su un periodo più lungo, e quindi di norma preferisce l’acquisto diretto, anche con finanziamento. Da ricordare che il noleggio a lungo termine solleva il cliente in modo pressoché totale dalla gestione dell’auto, il che significa non soltanto un risparmio in termini di denaro ma anche di tempo, visto che per il disbrigo delle pratiche relative all’assicurazione, al bollo e così via è possibile perdere molto tempo. Inoltre, quando si sta per acquistare un’auto bisogna tenere in considerazione anche gli eventuali costi per un guasto improvviso, che possono essere molto salati.

Le soluzioni per i liberi professionisti

Il noleggio a lungo termine è quindi conveniente per i privati che preferiscono non doversi preoccupare di nulla nella gestione della loro vettura e soprattutto avere sempre un veicolo nuovo fiammante e in perfette condizioni. Ma per i liberi professionisti, allora c’è un fattore più da tenere in considerazione, in base agli articoli 164 e 19-bis 1 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Per i titolari di partita IVA, infatti, il noleggio a lungo termine di una vettura è deducibile per il 20% del costo sostenuto nel periodo di imposta, fino a un limite massimo annuo deducibile di 3.615,20 euro per le auto (riferito al solo canone di noleggio, al netto dei costi per le prestazioni accessorie, sempre questi importi siano distinti nel contratto e nelle fatture).

In più, per le società che concedono l’auto in uso promiscuo ai dipendenti la deduzione dei costi è pari al 70%, e infine per i veicoli usati da agenti e rappresentanti di commercio si arriva all’80%.

Fonte https://www.sostariffe.it/news/noleggio-a-lungo-termine-piu-conveniente-dellacquisto-auto-270589/

Noleggio a lungo termine: ecco il trend 2018!

Il noleggio a lungo termine continua a segnare numeri eccezionali e, anche in Italia, si conferma uno dei settori a più alta crescita. Il 2017 si presenta come il quarto anno consecutivo di crescita  e le previsioni di chiusura del 2018 sembrano addirittura superare  i numeri dell’anno precedente.
Si parla di circa 433.000 immatricolazioni, in pratica una crescita del 18,2% rispetto al 2016.
Questi sono i dati che provengono dalle rilevazioni Aniasa che prendono in considerazione i 12 mesi del 2018 (gen-dic) confrontati agli anni precedenti.
Il mercato generale automotive sta superando le 2 milioni di immatricolazioni, se lo confrontiamo con il mezzo milione circa di auto riservate alle formule di noleggio a lungo termine, capiamo bene  la portata del fenomeno che sta portando un cambiamento epocale nel panorama automobilistico italiano.

2017, anno da record

L’ Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) ha censito che il fenomeno del noleggio a lungo termine in sostituzione dell’acquisto, riguarda maggiormente le auto aziendali, ed ha un’impennata di crescita notevole: il 40% del totale fa parte di flotte societarie mentre nel 2009 erano appena del 22%.
+22,5%  invece è il dato relativo alle auto intestate ad aziende ma di uso “personale” (è il caso dei liberi professionisti) confermando il trend positivo testimoniato da un 43,6% dell’intero mercato. Calano le vendite ai privati dell’1,8%.

Perché le aziende scelgono il noleggio a lungo termine?

Da un lato per  opera dei vantaggi fiscali legati al superammortamento, queste ed altre detrazioni fiscali sono di fondamentale importanza per contenere i costi aziendali oltre alla possibilità da parte del datore di avere un controllo completo sul veicolo fornito al lavoratore.
I vantaggi per le aziende con il noleggio a lungo termine in realtà sono molti. Innanzitutto, terminato il periodo di durata del servizio, le possibilità sono due: restituire il mezzo di trasporto senza alcuna spesa aggiuntiva, oppure acquistarlo a un prezzo che viene stabilito al momento del noleggio.
Costo fisso senza sorprese: per questo, le aziende sono molto propense a scegliere questa formula, visto che non devono preoccuparsi di incrementi di costi improvvisi.
La svalutazione del mezzo non è un problema dell’azienda poiché i mezzi non sono proprietà dell’azienda che li noleggia, questi non perdono il loro valore e, di conseguenza, non vengono svalutati.
Un altro vantaggio importante è che la formula del noleggio a lungo termine prevede che nella quota da versare sia tutto incluso. Quindi, non si pagano a parte il bollo e l’assicurazione, ma neanche le eventuali riparazioni per guasti improvvisi o i tagliandi. In molti casi è compresa la Kasko e sono inclusi anche la gestione del sinistro, con relativo affidamento di un’auto di cortesia, e il cambio gomme da estive a invernali. Tutto questo è particolarmente conveniente per le aziende, dal momento che non si devono preoccupare di niente: si limitano a pagare una quota fissa per avere un servizio completo.
Dal punto di vista amministrativo, si riceve una sola fattura riepilogativa dove vengono citate tutte le spese punto per punto.

Quali sono le auto preferite da privati e aziende?

Le aziende preferiscono le berline due volumi, i  monovolume, più conformi alla famiglia e a un utilizzo combinato lavoro-famiglia. I privati invece puntano sulle piccole utilitarie che garantiscono il contenimento dei costi, chi ha più capacità di spesa in termini di rata, sui SUV.
Le case automobilistiche più ricercare da chi vuole un’auto con la formula del noleggio a lungo termine (secondo i dati di traffico sul web), sono Audi, BMW e Mercedes, oltre alle giapponesi. L’Italia spicca con l’Alfa Romeo.

Noleggio auto a lungo termine: verso un radicale cambiamento

L’anno della consacrazione, quello che sembra schiudere le porte a un futuro radioso. Il noleggio auto a lungo termine va e lo fa anche a velocità sostenuta, spinto dalla convinzione degli automobilisti ad affidarsi ad un sistema che gli permette maggiore flessibilità e stress ridotto ai minimi termini, grazie al pagamento di un canone mensile pensato in base a ogni esigenza personale.

I numeri in Europa crescono a dismisura e il mercato italiano è in linea con questo trend positivo, complici anche i prezzi decisamente competitivi che includono praticamente tutte le spese. Il noleggio a lungo termine, ad oggi, vanta una quota di mercato pari ad un quarto del complessivo, almeno secondo i dati registrati da UNRAE nei primi 8 mesi del 2018. È stata ampiamente superata la cifra delle 200 mila auto immatricolare e, andando a fare un confronto con l’anno precedente, si scopre come la formula del noleggio abbia registrato quasi il 13% di immatricolazioni in più.

Numeri evidenti che esprimono una tendenza chiara, destinata a crescere sempre di più con il trascorrere del tempo. C’è in atto un cambiamento di mentalità da parte degli utenti, disposti a rivedere il concetto della mobilità inteso in maniera tradizionale. Tante le proposte di noleggio auto a lungo termine, diversificate e di grande qualità, a seconda del segmento di interesse.

 

Fonte: https://www.snapitaly.it/breaking-news/noleggio-auto-a-lungo-termine/

Auto guida autonoma 2018: a che punto siamo?

È ormai diventato uno degli argomenti più interessanti dell’automotive, anche se ancora non è così popolare come dovrebbe. Eppure non c’è casa automobilistica che non stia cercando di dire nell’ambito della guida autonoma e le pesanti acquisizioni in termini societari di aziende che operano nel settore Tech ne sono la più vivace testimonianza. Quali sono le novità sulle auto a guida autonoma 2018? Quali sono i paesi più impegnati in questo settore?

Negli Stati Uniti sono, ovviamente, mille passi avanti noi, con Google e General Motors che son già a fare test e prove su strada da tempo, gli ingegneri giapponesi della Toyota portano avanti progetti importanti nel proverbiale silenzio orientale che li contraddistingue, ma hanno già quasi pronto e-Palette, un autobus completamente autonomo che debutterà alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e in Europa c’è chi si dà da fare, soprattutto in Germania dove si consuma l’eterna sfida tra Mercedes, BMW e Volkswagen, con l’ultimo dei tre che si classifica, almeno per ora, primo con la sua Audi A8, l’automobile autonoma più avanzata attualmente presente sul mercato.

Siete quindi d’accordo con noi che è arrivato il momento di fare il punto della situazione?

Auto a guida autonoma e disabilità

Si  tenuto recentemente a Milano il #FORUMAutoMotive 2018 durante il quale il tema della guida autonoma ha fatto rima con un altro argomento di grande interesse, ossia la disabilità; perché in effetti è proprio questo uno dei più grandi vantaggi offerti dalla macchina che si guida completamente da sé: permettere a chi non ha il completo controllo dei suoi organi sensoriali di raggiungere quell’autonomia di movimento che oggi gli è negata, o concessa con molto difficoltà.

Ci aveva già provato IBM un paio di anni fa, quando aveva presentato Olli, il prototipo di bus completamente automatico dedicato ai disabili, dotato di rampe per disabili e vari sistemi di aiuto installati a bordo; stampato direttamente in 3d e guidato da Watson, un bot in grado di dialogare anche con i passeggeri. Che fine ha fatto? Olli è vivo e vegeto: fa lezioni all’Università di Buffalo e test drive a Berlino; insomma, porta, e presenta, in giro per il mondo la sua tecnologia e cerca di sensibilizzare i cittadini che incontra sul tema auto a guida autonoma e disabilità.

Ciò che è emerso dal #FORUMAutoMotive, a dichiarazione di Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’evento, è come il settore dell’automotive sia pronto a spiccare il volo in tal senso, anche se non mancano le difficoltà e la strada da percorrere è ancora lunghissima; ciò che rallenta lo sviluppo è la totale carenza di un efficace adeguamento della rete stradale e una precisa normativa che permetta ai costruttori di raffinare i loro progetti. Perché, e questa è la buona notizia, l’auto a guida completamente autonoma c’è già.

Auto guida autonoma: le normative nei vari paesi

Insomma, il panorama è vivace e scoppiettante e non è un caso che l’Unione Europea abbia finanziato il Progetto L3Pilot, 36 milioni di euro in 4 anni per testare i sistemi di guida autonoma in condizioni reali sulle strade del Vecchio Continente.

Forse niente rispetto a quanto fatto dalla California, dove le automobili completamente automatiche possono girare liberamente da giugno scorso, ma sicuramente di più di quanto firmato dall’ex Ministro Delrio, il quale con il Decreto Smart Road ha quantomeno autorizzato i test di guida autonoma e stanziato 2 milioni di euro per lo sviluppo del progetto.

Google e General Motors: il testa a testa al vertice della classifica

Partiamo dalle due aziende che più hanno da dire in questo ambito.

Big G, con la sua spin off Waymo, l’unica ad oggi ad aver effettuato test su auto senza né volante né pedali e ad aver ottenuto dallo stato della California, proprio in questi giorni, il permesso di testare prototipi senza neanche il collaudatore a bordo, non ha problemi per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico; semmai ha difficoltà per quanto riguarda la produzione su larga scala. Nonostante, infatti, l’accordo stretto con FCA a inizio gennaio, grazie al quale equipaggerà con la sua tecnologia 62mila Chrysler Pacifica, e il più recente sottoscritto con la regale Jaguar, per rendere autonomi 20.000 modelli di Jaguar I Pace, il SUV completamente elettrico di Coventry, non è semplice trovare altre case automobilistiche pronte a collaborare al fine di abbassare i costi di produzione, ad oggi ancora improponibili.

Sotto questo profilo se la cava molto meglio General Motors, che nel 2016 ha acquistato Cruise Automation e ha messo in cantiere la bella Chevrolet Bolt. I 2,75 miliardi di dollari arrivati da Honda Motors, che acquisisce il 5,7% di GM Cruise, mettono l’azienda in una condizione di tranquillità economica, anche se manca ancora qualche step tecnologico per raggiungere Google-Waymo. Il prototipo autonomo di GM, infatti, si ferma alle 25 miglia all’ora, oltre le quali non garantisce gli standard di sicurezza, e conta ancora qualche incidente di troppo durante i test. Forse è questo il motivo per cui ha annunciato, facendola slittare, l’uscita ufficiale su strada della prima autovettura a guida autonoma per fine 2019, mentre è partito proprio in questi giorni in Arizona il nuovo servizio passeggeri a pagamento totalmente autonomo di Waymo, prima azienda al mondo a riuscire a produrre, e quindi a garantire gli standard di sicurezza, un veicolo a guida completamente autonoma..

Auto guida autonoma 2018: Tesla e l’Autopilot

Più indietro l’azienda dell’eclettico Elon Musk, anche a causa del tragico incidente del 2016 in cui ha perso la vita un fedele teslista che con fiducia aveva attivato l’Autopilot della sua Model S e si era distratto, andando a finire sotto il rimorchio di un camion non registrato dal sistema di assistenza alla guida avanzato progettato dall’azienda.

Ora è tutta una corsa, corsa lenta, a dire il vero, visto che l’uscita è prevista non prima del 2020, per le nuove versioni di Model S e Model X che montano un vero e proprio sistema di guida autonoma, il perfezionamento estremo di quell’Autopilot  che non ha “visto” il camion due anni e mezzo fa. Senza, però, il Lidar, l’hardware che spara raggi laser per mappare le strade, dai più considerato indispensabile per garantire la sicurezza, perché Elon è convinto che non serva

E l’Europa che fa?

Che succede, invece, sulle strade del Vecchio Continente? La sfida si gioca, quasi inutile sottolinearlo, tutta in Germania.

In cima alla lista abbiamo Daimler-Merceds, con il lancio dell’Intelligent Drive, che riconosce pedoni e ciclisti e si avvicina molto all’Autopilot di Tesla. La collaborazione è stata stretta con Bosch e Nvidia e per ora è tutto un testare sulle strade di Böblingen, vicino a Stoccarda, dove Daimler ha uno stabilimento.

Più indietro, invece, la rivale storica di Monaco di Baviera che per ora è sulle strade della California a testare 40 veicoli segretissimi, realizzati grazie alla collaborazione con Intel.

Poi c’è lei, la VW, che con la Audi A8 ha già messo su strada il Traffic Jam Pilot, dotato già di Lidar, che permette al pilota di andare in tutta sicurezza senza mani fino alla velocità di circa 60 km/h. Il 2020 è la data promessa da Ingolstadt per un’automobile a guida completamente autonoma, ma bisogna aspettare fino al 2021 per poter vedere una vettura che abbia il livello di sicurezza 4.

 

Fonte.

Peugeot 508 Hybrid e 3008 Hybrid4: il futuro della casa del leone

Anche ad ottobre scorso la grande kermesse automobilistica all’Expo parigino – come abbiamo già avuto modo di dirvi siamo stati al Salone di Parigi per potervi dare notizie fresche fresche – è stata un grande successo e si è rivelata essere la consueta grande vetrina per i nuovi modelli e per i progetti più innovativi delle case automobilistiche che vi hanno partecipato Non è mai facile districarsi tra le tante novità che il settore dell’automotive sforna ad ogni stagione, ma quest’anno il tema intorno al quale si sono sfidati a suon di gioielli tecnologici i maggiori gruppi automobilistici è stata lei: l’auto elettrica declinata in tutte le sue varianti, a testimonianza che il total green non è più una follia per pochi ma sta diventando sempre più il futuro per tutti.

Per questo non possiamo non aggiornarvi sulle novità di Peugeot, che a Porte de Versailles ha presentato la Peugeot Hybrid 508 Hybrid, anche in versione SW, e la Peugeot 3008 Hybrid4, entrambe equipaggiate con le nuove motorizzazione plug-in ibride e benzina, che promettono ben 50 km in modalità total green.

Peugeot concept: l’e-Legend, la sportiva elettrica che si guida da sola

Prima di passare a raccontarvi delle due nuove protagoniste plug-in hybrid della Casa del Leone, vogliamo, però, spendere due parole sulla Peugeot e-Legend, la deliziosa concept car elettrica dalle linee rétro – si ispira all’iconica Peugeot 504, la berlina “con gli occhi della Loren”, tanto per dare qualche stimolo commemorativo ai nostalgici più impenitenti – che sembra un’astronave spaziale: una volta attivata la funzione di guida autonoma, infatti, volante e pedaliera spariscono, o meglio si ritraggono, e i sedili si reclinano, in modo che il guidatore possa godersi tranquillo i rivestimenti di velluto di seta azzurra, le finiture di legno Paldao proveniente da foreste rinnovabili, l’aria profumata dell’abitacolo – ci sono due diffusori di fragranze – e lo schermo ricurvo da 46’’ su cui possono essere visualizzati i contenuti multimediali preferiti..

Insomma, roba da film di fantascienza, come l’autonomia dichiarata che arriva a 600 km, a quanto pare, 500 dei quali ricaricabili in appena 25 minuti con il sistema di ricarica rapida integrato. Per chi lo preferisce, ovviamente, esistono anche due modalità di guida classica.

Peugeot 508 Hybrid: la stilosa ammiraglia di casa diventa plug-in

Torniamo alla più “terrestre” Peugeot 508, l’elegantissima berlina dalle linee affusolate  e molto ricercate che ha da poco subito un sontuoso restyling che la rende ancora più bella. La versione ibrida plug-in, che abbiamo ammirato a Parigi si vedrà sulle nostre strade a partire dall’autunno dell’anno prossimo, sarà equipaggiata dal motore a benzina 1.6 PureTech sovralimentato, in modo da poter sprigionare fino a 180 CV, associato a quello elettrico posto sull’avantreno, che arriva a 110 CV, per una potenza combinata di 225 CV.

Quattro le modalità di guida, dalla ZEV, quella completamente elettrica, per un’autonomia di 40 km e una velocità massima di 135 km/h, a quella Comfort, con cui entrano in gioco le sospensioni a smorzamenti pilotato. Il cambio è l’EAT8, l’automatico a 8 rapporti che, però, sulle versioni plug-in ha una frizione multidisco al posto del convertitore di coppia, per rendere ancora più delicato il passaggio da una marcia all’altra.

Come abbiamo detto all’inizio, in autunno vedremo anche la Peugeot 508 SW in versione ibrida, tanto per far capire che la casa automobilistica d’oltralpe non ha alcuna intenzione di rinunciare a quel segmento di mercato rappresentato da quegli automobilisti che non si sono convertiti al SUV ma la comodità e lo spazio li ricercano ancora nella vecchia ma sempre amata station wagon.

Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV sportivo plug-in a trazione integrale

Stesso cambio automatico rivisitato, batterie un po’ più grandi, qualche cavallo in più che esce dal motore, si arriva a 200 con la propulsione termica e a 300 con quella combinata, un raddoppio di motore elettrico, posto, il secondo, sull’asse anteriore, la trazione integrale, che non è presente neanche sulle versioni a propulsione termica,  e l’i-Cockpit rivisto – è presente anche sulla 508 – per tenere sotto controllo i parametri dei consumi delle batterie, con tanto di grafici di flussi di energia che, lo ammettiamo, sono un po’ ipnotici, sono gli ingredienti principali della Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV della casa del Leone in versione ibrida. Disponibile anche la mappa dei punti di rifornimento presenti sul percorso.

Non manca, inoltre, la frenata rigenerativa, con recupero dell’energia sul rilascio dell’acceleratore, e la funzione e-Save, che permette di utilizzare parte dell’autonomia in modalità totalmente elettrica.

Entrambe le versioni dispongono, infine, delle modalità di guida Sport, per chi ha il piede un po’ più pesante, e Hybrid, che tiene sotto controllo i consumi e e contiene le emissioni di CO2 nel limite massimo di 49 g/km.

Molte sono, quindi, le promesse che abbiamo raccolto sotto lo stand Peugeot, promesse che noi personalmente non vediamo l’ora di poter provare.

Le batterie della Peugeot 508 Hybrid e della Peugeot 3008 Hybrid4: pro e contro

In entrambi i modelli i pacchi di batterie agli ioni di litio si trovano sotto il divano, in modo da non rubare posto ai bagagli. Quelli della berlina sono da 11,8 kW, mentre arrivano fino a 13,2 kw quelli del SUV. Decisamente capienti, ci si ferma a 40 km di autonomia per la Hybrid e si arriva fino a 50 km per la Hybrid4, hanno, però, il difetto di essere lente a ricaricarsi: con la presa di casa ci vogliono fino a 7 ore, che scendono a quasi 2 se si ha il Wallbox da 6,6 kW.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/peugeot-508-hybrid-3008-hybrid4/

nuova Jeep Cherokee 2019: più bella e più tecnologia ma il prezzo non cambia

Se c’è un brand che sta andando veramente bene tra quelli che compongono l’ormai grande famiglia del Gruppo FCA è quello delle “sette feritoie”, ovverosia Madame Jeep, la casa automobilistica che produce alcuni tra i SUV più belli di sempre.

La politica commerciale intelligente e aggressiva del marchio, infatti, da quando è diventato un po’ tricolore ha messo sul mercato modelli come la Jeep Renegade e la Jeep Compass, che hanno conquistato il pubblico più giovane e sono entrate senza troppa fatica nella top ten delle auto più vendute, e noleggiate, degli ultimi anni.

In questo articolo, tuttavia, vogliamo occuparci di un grande classico, perché a settembre è arrivata la nuova Jeep Cherokee 2019, il restyling del mitico, seppur giovane, SUV compatto di casa, per progettare il quale i creativi di FCA si sono ispirati addirittura a un’icona come il CJ-5 Renegade il fuoristrada “dal naso lungo” che ha conquistato tutti i wild boy degli anni ‘70.

A noi questa nuova Cherokee 2019 è piaciuta così tanto che l’abbiamo subito arruolata nella nostra flotta e, per essere certi di aver fatto una buona scelta per voi, abbiamo organizzato unabella giornata di prove su strada, per capire cosa è cambiato rispetto al passato, quali sono state le migliorie o, perché no, anche i peggioramenti.

Scheda tecnica Nuova Jeep Cherokee 2019Scheda tecnica Nuova Jeep Cherokee 2019

Nuova Jeep Cherokee 2019: design

Frontale più aggraziato ed elegante, che strizza l’occhio al pubblico più giovane rimodulando le linee di disposizione dei gruppi ottici, ora disposti su due fasce e non più su tre. Fari diurni e fendinebbia vengono ben sagomati dalla nuova struttura in acciaio leggero che li definisce, e li separa, dal paraurti, ora decisamente più signorili.

La firma ottica, quindi, si allunga, sia sull’anteriore che sul posteriore, dove viene contornata anche da luci rosse a LED, e sottolinea, e conferma, il carattere assolutamente distintivo del baby SUV di casa. Cambia anche il portellone, che integra la targa e diventa apribile con più facilità, grazie al comando posto nella parte inferiore del paraurti.

Nuova Jeep Cherokee 2019: gli interni

Poche, invece, le novità per l’abitacolo della nuova jeep Cherokee 2019. Gli interni restano, infatti, più o meno uguali: serioso, e leggermente imponente, il cruscotto, finiture di pregio senza strafare, tanti portaoggetti e sedili molto confortevoli. Ciò che migliora è lo spazio nel portabagagli, che arriva, con sedili reclinati, fino ad un volume di 1.555 litri, ma se la gioca bene anche in formato standard, grazie al divano posteriore scorrevole che permette di passare da 448 litri a 570 litri senza dover abbattere i sedili.

La plancia di comando è rappresentata dall’Uconnect™, il sistema di infotainment targato FCA: navigatore, mappe 3D, display tattile capacitivo, Apple CarPlay e Android Auto. Non manca niente, insomma.

Rigorosamente a richiesta, infine, il tetto panoramico CommandView, enorme. Perfetto per contare le stelle che cadono. Un’ultima chicca? I paddle al volante, per una spolverata di sportività che non guasta per nulla.

A tutta sicurezza con la nuova Cherokee 2019

La nuova Jeep Cherokee fa il pieno di ADAS, per garantire il massimo della sicurezza a bordo. Difficile elencarli tutti, sinceramente.

Partiamo dal telaio realizzato con acciai altoresistenziali al 65%, a prova di tamponamento;  proseguiamo con il pacchetto di telecamere, comprese quelle per il parcheggio, il sistema di antiribaltamento (ERM), avvisi e segnali acustici per ogni sospetto di pericolo, frenata automatica, il sensore per il mantenimento della carreggiata e il limitatore di velocità. Tutto di serie.

Per chi vuole strafare, poi, c’è il pacchetto completo di assistenza per il parcheggio, che ci manca poco e fa tutto da solo, e il Cruise Control adattivo con funzione Stop&Go, che frena da solo.

Nuova Cherokee 2019: motorizzazioni e prezzo

Per ora non c’è il propulsore a benzina, atteso per il 2019 quando entrerà in scena il grintosissimo allestimento Thailhawk che metterà su strada ben 270 CV, per i fanatici del pedale dell’acceleratore. Dobbiamo, quindi, accontentarci dell’affidabilissimo diesel Multijet 2.2, da 194 CV, quello che noi offriamo ai nostri clienti, e da 150 CV, in arrivo a breve.

Nuovo filtro per ridurre le emissioni di NOx, visti i tempi bui che corrono per i diesel, e cambio automatico a 9 rapporti TorqueFlite, per il 194 CV; sarà manuale ed a 6 rapporti quello montato sulla versione meno potente da 150 CV.

Ottime notizie, infine, per il portafoglio. Il prezzo della nuova Jeep Cherokee 2019, infatti, non sale, nonostante il restyling. Si resta intorno ai 43.000 per il modello entry level e ai 52.000 per il top di gamma.

Come va?

Benissimo! Forse lo sterzo manca un po’ di precisione e la rumorosità è ancora un po’ eccessiva, ma perché vogliamo essere proprio severi. Per il resto si viaggia con vero piacere, si sta comodi sui sedili anche in cinque, si hanno tutti i comandi a portata di mano, le sospensioni morbide e se si vuole fare dell’off-road non c’è da preoccuparsi, perché i sistemi di trazione integrale, per i modelli che ne sono dotati, sono stati ulteriormente migliorati. Si arriva dal Jeep Active drive I, il più basico, al Jeep Active Drive Lock, il più estremo, in gradi di far superare ostacoli di una certa difficoltà, in dotazione solo della già citata Trailhawk, l’unica vera tigre di casa.

Certo va anche detto che la nuova Jeep Cherokee 2019 è nata per soddisfare chi ama fare i viaggi in crociera e predilige la comodità e l’idea di potersi rilassare al volante. Gli aspiranti piloti, insomma, potrebbero non essere entusiasti perché la bella SUV del marchio statunitense ormai Made in Italy non ha molta voglia di scattare, se si considera che per arrivare a 100 km/h da ferma ci mette quasi 10 secondi.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/nuova-jeep-cherokee-2019/

Auto elettriche, le più affidabili

Quali sono le auto elettriche migliori e più affidabili per autonomia? Ovvero, quali di queste macchine “a pile” non rischiano di lasciarci a piedi perché si scaricano? un calcolo parziale ma non improvvisato, basato sulle tariffe delle colonnine di rifornimento Enel Drive (0,40 euro al Kw/h) attesta che le due vetture migliori per autonomia sono la Tesla Model S e la sua gemella Model T. Si tratta di due autentiche super-car dal prezzo non certo alla portata di tutti (anzi!) con velocità massime di oltre 200 Km/h. Ma dal punto di vista dell’autonomia id viaggio, quantomeno, sono abbastana sicure di portarci a destinazione: entrambe sono in grado di viaggiare con le batterie piene per oltre 550 chilometri. Terza in classifica la Rénault Zone (la Clio elettrica) che fa 380 km con un pieno di energia elettrica. Quarta la Golf-E che si ferma a 300 chilometri di autonomia. Quinta la Hyndai Ioniq che va ricaricata dopo 280 km. Per quanto riguarda i costi di ricarica, la vettura elettrica più conveniente è la Citroen C-Zero: farle il pieno costa solo 5,80 euro. Al secondo posto la Mitsubishi MiEv che si ricarica al massimo con 6,40 euro. Invece la Hyundai Ioniq, che si ricarica al massimo con 11,30 euro, presenta il miglior rapporto costi/percorrenza: con un solo euro di ricarca si fanno quasi 25 chilometri! Altro che la benzina…

 

Fonte: inAuto & Moto