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Auto guida autonoma 2018: a che punto siamo?

È ormai diventato uno degli argomenti più interessanti dell’automotive, anche se ancora non è così popolare come dovrebbe. Eppure non c’è casa automobilistica che non stia cercando di dire nell’ambito della guida autonoma e le pesanti acquisizioni in termini societari di aziende che operano nel settore Tech ne sono la più vivace testimonianza. Quali sono le novità sulle auto a guida autonoma 2018? Quali sono i paesi più impegnati in questo settore?

Negli Stati Uniti sono, ovviamente, mille passi avanti noi, con Google e General Motors che son già a fare test e prove su strada da tempo, gli ingegneri giapponesi della Toyota portano avanti progetti importanti nel proverbiale silenzio orientale che li contraddistingue, ma hanno già quasi pronto e-Palette, un autobus completamente autonomo che debutterà alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e in Europa c’è chi si dà da fare, soprattutto in Germania dove si consuma l’eterna sfida tra Mercedes, BMW e Volkswagen, con l’ultimo dei tre che si classifica, almeno per ora, primo con la sua Audi A8, l’automobile autonoma più avanzata attualmente presente sul mercato.

Siete quindi d’accordo con noi che è arrivato il momento di fare il punto della situazione?

Auto a guida autonoma e disabilità

Si  tenuto recentemente a Milano il #FORUMAutoMotive 2018 durante il quale il tema della guida autonoma ha fatto rima con un altro argomento di grande interesse, ossia la disabilità; perché in effetti è proprio questo uno dei più grandi vantaggi offerti dalla macchina che si guida completamente da sé: permettere a chi non ha il completo controllo dei suoi organi sensoriali di raggiungere quell’autonomia di movimento che oggi gli è negata, o concessa con molto difficoltà.

Ci aveva già provato IBM un paio di anni fa, quando aveva presentato Olli, il prototipo di bus completamente automatico dedicato ai disabili, dotato di rampe per disabili e vari sistemi di aiuto installati a bordo; stampato direttamente in 3d e guidato da Watson, un bot in grado di dialogare anche con i passeggeri. Che fine ha fatto? Olli è vivo e vegeto: fa lezioni all’Università di Buffalo e test drive a Berlino; insomma, porta, e presenta, in giro per il mondo la sua tecnologia e cerca di sensibilizzare i cittadini che incontra sul tema auto a guida autonoma e disabilità.

Ciò che è emerso dal #FORUMAutoMotive, a dichiarazione di Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’evento, è come il settore dell’automotive sia pronto a spiccare il volo in tal senso, anche se non mancano le difficoltà e la strada da percorrere è ancora lunghissima; ciò che rallenta lo sviluppo è la totale carenza di un efficace adeguamento della rete stradale e una precisa normativa che permetta ai costruttori di raffinare i loro progetti. Perché, e questa è la buona notizia, l’auto a guida completamente autonoma c’è già.

Auto guida autonoma: le normative nei vari paesi

Insomma, il panorama è vivace e scoppiettante e non è un caso che l’Unione Europea abbia finanziato il Progetto L3Pilot, 36 milioni di euro in 4 anni per testare i sistemi di guida autonoma in condizioni reali sulle strade del Vecchio Continente.

Forse niente rispetto a quanto fatto dalla California, dove le automobili completamente automatiche possono girare liberamente da giugno scorso, ma sicuramente di più di quanto firmato dall’ex Ministro Delrio, il quale con il Decreto Smart Road ha quantomeno autorizzato i test di guida autonoma e stanziato 2 milioni di euro per lo sviluppo del progetto.

Google e General Motors: il testa a testa al vertice della classifica

Partiamo dalle due aziende che più hanno da dire in questo ambito.

Big G, con la sua spin off Waymo, l’unica ad oggi ad aver effettuato test su auto senza né volante né pedali e ad aver ottenuto dallo stato della California, proprio in questi giorni, il permesso di testare prototipi senza neanche il collaudatore a bordo, non ha problemi per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico; semmai ha difficoltà per quanto riguarda la produzione su larga scala. Nonostante, infatti, l’accordo stretto con FCA a inizio gennaio, grazie al quale equipaggerà con la sua tecnologia 62mila Chrysler Pacifica, e il più recente sottoscritto con la regale Jaguar, per rendere autonomi 20.000 modelli di Jaguar I Pace, il SUV completamente elettrico di Coventry, non è semplice trovare altre case automobilistiche pronte a collaborare al fine di abbassare i costi di produzione, ad oggi ancora improponibili.

Sotto questo profilo se la cava molto meglio General Motors, che nel 2016 ha acquistato Cruise Automation e ha messo in cantiere la bella Chevrolet Bolt. I 2,75 miliardi di dollari arrivati da Honda Motors, che acquisisce il 5,7% di GM Cruise, mettono l’azienda in una condizione di tranquillità economica, anche se manca ancora qualche step tecnologico per raggiungere Google-Waymo. Il prototipo autonomo di GM, infatti, si ferma alle 25 miglia all’ora, oltre le quali non garantisce gli standard di sicurezza, e conta ancora qualche incidente di troppo durante i test. Forse è questo il motivo per cui ha annunciato, facendola slittare, l’uscita ufficiale su strada della prima autovettura a guida autonoma per fine 2019, mentre è partito proprio in questi giorni in Arizona il nuovo servizio passeggeri a pagamento totalmente autonomo di Waymo, prima azienda al mondo a riuscire a produrre, e quindi a garantire gli standard di sicurezza, un veicolo a guida completamente autonoma..

Auto guida autonoma 2018: Tesla e l’Autopilot

Più indietro l’azienda dell’eclettico Elon Musk, anche a causa del tragico incidente del 2016 in cui ha perso la vita un fedele teslista che con fiducia aveva attivato l’Autopilot della sua Model S e si era distratto, andando a finire sotto il rimorchio di un camion non registrato dal sistema di assistenza alla guida avanzato progettato dall’azienda.

Ora è tutta una corsa, corsa lenta, a dire il vero, visto che l’uscita è prevista non prima del 2020, per le nuove versioni di Model S e Model X che montano un vero e proprio sistema di guida autonoma, il perfezionamento estremo di quell’Autopilot  che non ha “visto” il camion due anni e mezzo fa. Senza, però, il Lidar, l’hardware che spara raggi laser per mappare le strade, dai più considerato indispensabile per garantire la sicurezza, perché Elon è convinto che non serva

E l’Europa che fa?

Che succede, invece, sulle strade del Vecchio Continente? La sfida si gioca, quasi inutile sottolinearlo, tutta in Germania.

In cima alla lista abbiamo Daimler-Merceds, con il lancio dell’Intelligent Drive, che riconosce pedoni e ciclisti e si avvicina molto all’Autopilot di Tesla. La collaborazione è stata stretta con Bosch e Nvidia e per ora è tutto un testare sulle strade di Böblingen, vicino a Stoccarda, dove Daimler ha uno stabilimento.

Più indietro, invece, la rivale storica di Monaco di Baviera che per ora è sulle strade della California a testare 40 veicoli segretissimi, realizzati grazie alla collaborazione con Intel.

Poi c’è lei, la VW, che con la Audi A8 ha già messo su strada il Traffic Jam Pilot, dotato già di Lidar, che permette al pilota di andare in tutta sicurezza senza mani fino alla velocità di circa 60 km/h. Il 2020 è la data promessa da Ingolstadt per un’automobile a guida completamente autonoma, ma bisogna aspettare fino al 2021 per poter vedere una vettura che abbia il livello di sicurezza 4.

 

Fonte.