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Mobilità sostenibile: Hyundai Nexo, in Italia l’auto a idrogeno c’è già. A Trento

IL PRIMO ESEMPLARE DEL FUEL-CELL-SUV COREANO È DI PROPRIETÀ DI AUTOSTRADA DEL BRENNERO. QUALI PROSPETTIVE PER L'AUTO A IDROGENO?

AUTO A STATUTO SPECIALE Auto elettrica al quadrato, ovvero: auto a idrogeno. Per assaporare il gusto del progresso a quattro ruote, per sentirsi proiettati in una serie tv di fantascienza, non serve imbarcarsi su uno shuttle direzione Stazione Spaziale. È sufficiente imboccare l’Autobrennero, e magari uscire a Trento e visitare il quartier generale. Proprio la società Autostrada del Brennero è il primo cliente in Italia Hyundai Nexo, il Suv a celle combustibile che dallo scorso inverno è sul mercato nazionale, la cui tecnologia è inoltre luminosa finestra sul futuro. Purtroppo la mobilità è una missione collettiva: i Costruttori da una parte, le istituzioni dall’altra. E senza una rete di rifornimento

DOVE L’IDROGENO È DI CASA Marzo 2019 il mese spartiacque: l’immatricolatoaggiunge una voce in più, quella delle auto alimentate a idrogeno. In realtà il Trentino Alto Adige già ospitava due esemplari equipaggiati a fuel cell, a loro volta a marchio Hyundai. Due ix35 fuel-cell fanno parte dal 2017 della dotazione di Polizia Stradale e Legione dei Carabinieri locali. Nexo è tuttavia il primo Suv “nativo” a idrogeno, vettura sin dalle origini concepita per questa forma di propulsione, e il cui unico spot pubblico di rifornimento è per ora la stazione di Bolzano.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA A un prezzo di listino di 69.000 euro e un’autonomia a zero emissioni superiore ai 600 km, Hyundai Nexo come pioniere di una filosofia della quale si parla da decenni, ma i cui alti costi di produzione ne hanno sin qui strozzato la diffusione di massa. L’offerta conta solo un pugno di modelli, buona parte dei quali esclusi dal mercato italiano: Toyota Mirai è ormai alla sua seconda generazione, Honda Clarity è in vendita solo in Giappone, Mercedes GLC F-Cellsoltanto in patria. Ancora dieci anni, sostengono gli esperti, e l’idrogeno sarà un’alternativa percorribile anche dal grande pubblico. Purché anche la politica se ne interessi, e deliberi gli investimenti necessari.