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Tassazione auto aziendali: quanto è penalizzata l’Italia rispetto agli altri Paesi europei?

Facendo un paragone con gli altri Paesi d’Europa, la tassazione delle auto aziendali italiana non ha eguali (in senso negativo, si intende). Una situazione che si protrae da decenni. Vediamo quanto sono penalizzate le imprese del nostro Paese in termini di deducibilità e detraibilità Iva.

Le recenti parole del premier Giuseppe Conte sulla tassazione delle auto aziendali hanno mitigato, almeno in teoria, la situazione di cui si parla da settimane. Il giro di vite sulle vetture in fringe benefit previsto dalla bozza della legge di Bilancio della Manovra 2020 sarà soggetto, a detta del primo ministro, a “revisioni sostanziali”.

tassazione auto aziendali

Un alleggerimento auspicato che però non cambia un dato di fatto: in materia di fiscalità sulle auto aziendali, l’Italia è già molto penalizzata rispetto agli altri Paesi europei. E non è così da adesso, bensì da tanti anni. Quanto penalizzata? Lo approfondiamo in questo articolo.

Approfondisci: perché il provvedimento sulle vetture fringe benefit sarebbe un clamoroso autogol

TASSAZIONE AUTO AZIENDALI: DEDUCIBILITÀ

In Italia, le auto aziendali a uso promiscuo hanno una deducibilità fissata al 70%, percentuale che, invece, scende al 20% nel caso delle auto in pool (non assegnate). Solo per agenti e rappresentanti di commercio, questa soglia si alza all’80%. Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, l’azienda del nostro Paese non deduce almeno il 30% dei costi. Proprio su questo aspetto, è visibile la prima grande differenza tra l’Italia e gli altri major markets europei: in Spagna, Germania, Regno Unito e Franciala deducibilità è al 100%.

C’è poi da considerare il limite di deducibilità fiscale per le auto a noleggio, che in Italia è fermo da oltre due decenni a 3.615 euro (18.076 euro in caso di acquisto o leasing). In Spagna e Germania, invece, non esiste alcun tetto, mentre nel Regno Unito il limite considerato è di 18.200 euro e in Francia di 18.300 euro. Cifre, come si vede, decisamente più alte rispetto all’Italia.

DETRABILITÀ IVA: ITALIA UNICO CASO

C’è poi l’altro grande capitolo, quello della detraibilità dell’Iva, la cui aliquota, nel nostro Paese, è già in partenza più alta rispetto al resto d’Europa. La detraibilità Iva forfetaria sulle auto aziendali in Italia è fissata da tempo al 40%, mentre in tutti gli altri principali Paesi europei, Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, la detraibilità Iva è totale (100%). Un aspetto sollevato all’ultimo Automotive Dealer Day dall’intervento dell’allora vicepremier Matteo Salvini.

Questo significa che, prendendo come esempio una vettura dal prezzo di 30.000 euro, senza Iva, quest’ultima in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, costa 30.000 euro, mentre in Italia, dato che solo il 40% dell’Iva è detraibile, costa 33.960 euro. Una differenza che fa capire al volo il caso unico italiano.

calcolo tassazione uto aziendali

Una situazione che non sembra avere fine: a marzo, il Governo ha infatti chiesto alla Commissione UE di poter prorogare per un altro triennio il regime dell’Iva al 40%. “Si tratterebbe della quinta proroga e, di triennio in triennio, sembrano non sussistere più i motivi straordinari e contingenti – spiega Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa – La possibilità quindi che si attivi un contenzioso tributario vedrebbe l’Italia in posizione molto delicata, considerando che nel 2006 sullo stesso tema la Corte di Strasburgo obbligò il nostro Paese a stabilire la detraibilità al 100%”.

CONCLUSIONI

Riassumendo, rispetto agli altri Paesi europei, in Italia la tassazione sulle auto aziendali è decisamente penalizzante, in quanto l’azienda da una parte detrae meno Iva, dall’altra deduce meno costi. Tutto questo, ovviamente, va a pesare sui bilanci. 

Negli altri Paesi le auto aziendali, per concludere, hanno trattamenti contributivi uguali a quelli degli altri beni strumentali. In Italia no, il trattamento è ben diverso. Ecco perché un ulteriore inasprimento, che speriamo possa essere scongiurato, costituirebbe l’ennesimo clamoroso autogol.

Quanto costa mantenere un’auto all’anno?

QUANTO MI COSTI – Il costo medio per mantenere un’auto in Italia è di 1.614 euro l’anno, con un incremento di un più 6,58% rispetto ai dati che sono stati registrati nel 2018. È quanto emerge dalle rilevazioni effettuate dal comparatore di offerte SosTariffe, che, ad ottobre 2019, ha analizzato le varie fonti di spesa per l’auto verificando i costi regione per regione. Tra le varie voci di spesa che vanno a definire l’ammontare totale annuo, c’è il carburante, che pesa 891 euro, seguito dalla polizza RC auto, che, in media, costa 573 euro, infine, troviamo il costo del bollo e della revisione, che arrivano a circa 149 euro. 

CHI PIÙ E CHI MENO – Tuttavia il costo annuale per il mantenimento dell’auto cambia da regione a regione, con differenze anche piuttosto importanti. Stando a quanto riportato da SosTariffe, nelle regioni del sud Italia si spende di più; la maglia nera spetta alla Campania, a causa dell’esborso dovuto alla RC auto, che in media costa 1.100 euro all’anno, con una spesa media complessiva di circa 2.112 euro. Sempre a causa del costo della RC auto, risultano care anche la Puglia, con un costo medio di 1.863 euro, e la Calabria, dove la gestione dell’auto comporta una spesa annuale di 1.783 euro. Discorso opposto per la Liguria, dove si spendono mediamente 1.498 euro (grazie ad un costo minore del carburante), che si posiziona al di sotto della media nazionale di oltre 100 euro. Tra le regioni “economiche” rientrano anche il Molise, 1.505 euro all’anno, e la Lombardia, con 1.507 euro; quest’ultima regione riesce a contenere i costi grazie a prezzi medi contenuti per la polizza RC auto, di circa 455 euro all’anno.

2019 IN AUMENTO – Nonostante la presenza di alcune regioni particolarmente virtuose, il 2019, rispetto al 2018, ha fatto registrare un aumento dei costi del +6.58% a causa della crescita significativa registrata in Friuli (rincari maggiori del 35%; 1.117 euro all’anno nel 2018 che sono cresciute a 1.509 euro nel 2019), Valle d’Aosta (+22%; 1.259 contro 1.536 euro), Puglia (+22%; da 1.529 a 1.863 euro) e Emilia Romagna (+20%; da 1.314 a 1.576 euro). 

IN CALO – Tra le regioni in controtendenza, il Molise (i costi registrano un calo del 19,76% con oltre 300 euro in meno), Umbria (dove si è passati da oltre 1.893 del 2018 a 1.624 euro nel 2019, con un calo del 14.17%), e Veneto, con la spesa annuale che passa da 1.722 euro a 1.649 euro registrando un calo del 4.26% (in questa regione si registra il costo più alto per il carburante che incide sulla spesa complessiva per 1.000 euro all’anno circa). Nonostante sia una delle regioni più care d’Italia, nel 2019 sono diminuite del 2% le spese in Campania, dove la spesa passa da 2.155 a 2.112 euro, con un risparmio di poco più di 40 euro. In calo anche la spesa per gli automobilisti del Trentino Alto Adige dove l’esborso annuale per il mantenimento del veicolo si fermano a 1553 euro, con un calo del 1.67% rispetto al 2018. 

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PARTECIPA !

circuito monza

Inaugurazione: 1922

Lunghezza: 5793 m

Numero curve: 8

Gare: F1, GP2 Series, Superbike etc

È una delle piste permanenti più antiche. La storia dell’automobilismo sportivo è passata da qui. È situata da sempre all’interno del parco di Monza ma il vecchio anello dell’alta velocità non è più utilizzato, se non come raccordo durante alcune manifestazioni, come il Rally di Monza. Rimane però un tracciato caratterizzato dalle alte velocità, da curve e varianti che favoriscono l’aerodinamica, i tanti cavalli e il cuore del pilota. Qui è praticamente nata la F1 e qui continua a venire. Nel rettilineo principale, queste monoposto, superano i 330 km/h di velocità massima. ‘Tempio della velocità’ è uno dei nomi dati a questa pista, e non a caso.

Come Arrivare ?

Sempre più italiani si affidano al noleggio a lungo termine: oltre 40mila hanno già scelto di rinunciare all’auto di proprietà

Continua a crescere il numero di automobilisti che sceglie di rinunciare all’acquisto dell’auto avvicinandosi alle nuove forme di condivisione, dal car sharing al noleggio a breve, medio e lungo termine. Oggi sono già circa 40.000 gli italiani che all’acquisto hanno preferito il noleggio a lungo termine, con un costo fisso e predeterminato. A fine anno si prevede raggiungeranno quota 50.000.

La stima arriva da ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, che fornisce uno spaccato su uno dei trend emergenti (il noleggio a lungo termine a privati) nei nuovi scenari di mobilità sempre più proiettati verso l’uso del bene auto.
Il noleggio a lungo termine mostra a pieno la propria efficacia ed economicità con automobilisti (anche senza partita IVA) che percorrono tra 10 e i 25.000 km annui. In caso di percorrenze inferiori potrebbe essere conveniente valutare anche altre soluzioni di mobilità condivisa: nel contesto cittadino il car sharing offre una valida alternativa, così come il noleggio a breve termine per gli spostamenti nei fine settimana.

“Costo fisso e pacchetti ‘all inclusive’ stanno determinando il successo della formula”, evidenzia Massimiliano Archiapatti – Presidente ANIASA, “A parità di modello e di percorrenza, stimiamo una convenienza media del 15% rispetto alla proprietà, senza contare altri vantaggi, come non immobilizzare l’intero capitale per l’acquisto o il tempo risparmiato per la “burocrazia dell’auto” (bollo, assicurazione, manutenzione, eventuali multe o incidenti). E si evitano le complicazioni e illusioni collegate alla vendita dell’usato”.
Visitando i siti dei diversi operatori del settore è possibile ottenere un preventivo chiaro e trasparente sulla vettura che si vuole prendere a noleggio e sui servizi di interesse. Per una city-car si possono spendere circa 240 euro al mese, IVA compresa, per una monovolume siamo sui 300. Bisogna comunque considerare la possibilità di un piccolo anticipo, valutare bene percorrenza media e durata dei contratti (generalmente da 36 a 48 mesi) e i servizi richiesti.

Secondo uno studio condotto dall’Associazione con la società di consulenza Bain&Company il cliente-tipo privato del noleggio a lungo termine è uomo (52%), mediamente più giovane, più informato e benestante rispetto a quanti scelgono la proprietà; un utente più “green”, pronto anche all’alimentazione elettrica. Si noleggia principalmente per motivi di lavoro o di pendolarismo, per sostituire la seconda auto in famiglia.

Fonte

Noleggio auto a lungo termine: verso un radicale cambiamento

L’anno della consacrazione, quello che sembra schiudere le porte a un futuro radioso. Il noleggio auto a lungo termine va e lo fa anche a velocità sostenuta, spinto dalla convinzione degli automobilisti ad affidarsi ad un sistema che gli permette maggiore flessibilità e stress ridotto ai minimi termini, grazie al pagamento di un canone mensile pensato in base a ogni esigenza personale.

I numeri in Europa crescono a dismisura e il mercato italiano è in linea con questo trend positivo, complici anche i prezzi decisamente competitivi che includono praticamente tutte le spese. Il noleggio a lungo termine, ad oggi, vanta una quota di mercato pari ad un quarto del complessivo, almeno secondo i dati registrati da UNRAE nei primi 8 mesi del 2018. È stata ampiamente superata la cifra delle 200 mila auto immatricolare e, andando a fare un confronto con l’anno precedente, si scopre come la formula del noleggio abbia registrato quasi il 13% di immatricolazioni in più.

Numeri evidenti che esprimono una tendenza chiara, destinata a crescere sempre di più con il trascorrere del tempo. C’è in atto un cambiamento di mentalità da parte degli utenti, disposti a rivedere il concetto della mobilità inteso in maniera tradizionale. Tante le proposte di noleggio auto a lungo termine, diversificate e di grande qualità, a seconda del segmento di interesse.

 

Fonte: https://www.snapitaly.it/breaking-news/noleggio-auto-a-lungo-termine/

Peugeot 508 Hybrid e 3008 Hybrid4: il futuro della casa del leone

Anche ad ottobre scorso la grande kermesse automobilistica all’Expo parigino – come abbiamo già avuto modo di dirvi siamo stati al Salone di Parigi per potervi dare notizie fresche fresche – è stata un grande successo e si è rivelata essere la consueta grande vetrina per i nuovi modelli e per i progetti più innovativi delle case automobilistiche che vi hanno partecipato Non è mai facile districarsi tra le tante novità che il settore dell’automotive sforna ad ogni stagione, ma quest’anno il tema intorno al quale si sono sfidati a suon di gioielli tecnologici i maggiori gruppi automobilistici è stata lei: l’auto elettrica declinata in tutte le sue varianti, a testimonianza che il total green non è più una follia per pochi ma sta diventando sempre più il futuro per tutti.

Per questo non possiamo non aggiornarvi sulle novità di Peugeot, che a Porte de Versailles ha presentato la Peugeot Hybrid 508 Hybrid, anche in versione SW, e la Peugeot 3008 Hybrid4, entrambe equipaggiate con le nuove motorizzazione plug-in ibride e benzina, che promettono ben 50 km in modalità total green.

Peugeot concept: l’e-Legend, la sportiva elettrica che si guida da sola

Prima di passare a raccontarvi delle due nuove protagoniste plug-in hybrid della Casa del Leone, vogliamo, però, spendere due parole sulla Peugeot e-Legend, la deliziosa concept car elettrica dalle linee rétro – si ispira all’iconica Peugeot 504, la berlina “con gli occhi della Loren”, tanto per dare qualche stimolo commemorativo ai nostalgici più impenitenti – che sembra un’astronave spaziale: una volta attivata la funzione di guida autonoma, infatti, volante e pedaliera spariscono, o meglio si ritraggono, e i sedili si reclinano, in modo che il guidatore possa godersi tranquillo i rivestimenti di velluto di seta azzurra, le finiture di legno Paldao proveniente da foreste rinnovabili, l’aria profumata dell’abitacolo – ci sono due diffusori di fragranze – e lo schermo ricurvo da 46’’ su cui possono essere visualizzati i contenuti multimediali preferiti..

Insomma, roba da film di fantascienza, come l’autonomia dichiarata che arriva a 600 km, a quanto pare, 500 dei quali ricaricabili in appena 25 minuti con il sistema di ricarica rapida integrato. Per chi lo preferisce, ovviamente, esistono anche due modalità di guida classica.

Peugeot 508 Hybrid: la stilosa ammiraglia di casa diventa plug-in

Torniamo alla più “terrestre” Peugeot 508, l’elegantissima berlina dalle linee affusolate  e molto ricercate che ha da poco subito un sontuoso restyling che la rende ancora più bella. La versione ibrida plug-in, che abbiamo ammirato a Parigi si vedrà sulle nostre strade a partire dall’autunno dell’anno prossimo, sarà equipaggiata dal motore a benzina 1.6 PureTech sovralimentato, in modo da poter sprigionare fino a 180 CV, associato a quello elettrico posto sull’avantreno, che arriva a 110 CV, per una potenza combinata di 225 CV.

Quattro le modalità di guida, dalla ZEV, quella completamente elettrica, per un’autonomia di 40 km e una velocità massima di 135 km/h, a quella Comfort, con cui entrano in gioco le sospensioni a smorzamenti pilotato. Il cambio è l’EAT8, l’automatico a 8 rapporti che, però, sulle versioni plug-in ha una frizione multidisco al posto del convertitore di coppia, per rendere ancora più delicato il passaggio da una marcia all’altra.

Come abbiamo detto all’inizio, in autunno vedremo anche la Peugeot 508 SW in versione ibrida, tanto per far capire che la casa automobilistica d’oltralpe non ha alcuna intenzione di rinunciare a quel segmento di mercato rappresentato da quegli automobilisti che non si sono convertiti al SUV ma la comodità e lo spazio li ricercano ancora nella vecchia ma sempre amata station wagon.

Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV sportivo plug-in a trazione integrale

Stesso cambio automatico rivisitato, batterie un po’ più grandi, qualche cavallo in più che esce dal motore, si arriva a 200 con la propulsione termica e a 300 con quella combinata, un raddoppio di motore elettrico, posto, il secondo, sull’asse anteriore, la trazione integrale, che non è presente neanche sulle versioni a propulsione termica,  e l’i-Cockpit rivisto – è presente anche sulla 508 – per tenere sotto controllo i parametri dei consumi delle batterie, con tanto di grafici di flussi di energia che, lo ammettiamo, sono un po’ ipnotici, sono gli ingredienti principali della Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV della casa del Leone in versione ibrida. Disponibile anche la mappa dei punti di rifornimento presenti sul percorso.

Non manca, inoltre, la frenata rigenerativa, con recupero dell’energia sul rilascio dell’acceleratore, e la funzione e-Save, che permette di utilizzare parte dell’autonomia in modalità totalmente elettrica.

Entrambe le versioni dispongono, infine, delle modalità di guida Sport, per chi ha il piede un po’ più pesante, e Hybrid, che tiene sotto controllo i consumi e e contiene le emissioni di CO2 nel limite massimo di 49 g/km.

Molte sono, quindi, le promesse che abbiamo raccolto sotto lo stand Peugeot, promesse che noi personalmente non vediamo l’ora di poter provare.

Le batterie della Peugeot 508 Hybrid e della Peugeot 3008 Hybrid4: pro e contro

In entrambi i modelli i pacchi di batterie agli ioni di litio si trovano sotto il divano, in modo da non rubare posto ai bagagli. Quelli della berlina sono da 11,8 kW, mentre arrivano fino a 13,2 kw quelli del SUV. Decisamente capienti, ci si ferma a 40 km di autonomia per la Hybrid e si arriva fino a 50 km per la Hybrid4, hanno, però, il difetto di essere lente a ricaricarsi: con la presa di casa ci vogliono fino a 7 ore, che scendono a quasi 2 se si ha il Wallbox da 6,6 kW.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/peugeot-508-hybrid-3008-hybrid4/

Mercedes sbaraglia il salone di Parigi e declina al futuro le sue proposte

Mercedes Classe B: new model 2019

L’iconica monovolume di casa si rinnova e diventa più dinamica e sportiva, grazie a linee di design più stilizzate rispetto a quelle precedenti. Qualche centimetro in più in lunghezza e più posto all’interno, con il divanetto che si fa scorrevole, ma anche nuovi sistemi di infotainment, con i due display MBUX, dotati di assistente virtuale intelligente, dell’ormai ovvio touchscreen e di realtà aumentata.

La Nuova Classe B, al debutto sotto la Tour Eiffel, è bella anche fuori: nuova mascherina trapezoidale sull’anteriore, in mezzo alla quale spicca il logo Mercedes, l’ammiccante fanaleria allungata a LED e le linee ribassate del tetto, che la rendono molto più filante di prima. A scelta anche la possibilità di avere la versione con assetto ribassato e le ruote fino a 19’’per chi ha un’anima più grintosa.

Mercedes Classe A: restyling e novità

Anche la Classe A si rinnova, con la versione ibrida e con la Mercedes-AMG A35, che si fa bella con le nuove linee di design sportive, come le appendici aerodinamiche, e mette sotto il cofano il motore turbo a benzina 2.0, che eroga una potenza di 306 CV, e promette grandi trasformazioni anche per quanto riguarda la scocca, la trazione, le sospensioni e la dinamica di guida, che diventa più sportiva ma non al punto di infastidire che preferisce una guida più tranquilla.

Anteprima mondiale, invece, per la nuova Mercedes Classe A Sedan, la berlina stilosissima a quattro porte che abbandona i due volumi grazie al montante centrale che va dalla testa alla coda, compatta le linee e aggiunge aerodinamicità. Tredici sono invece, i centimetri che si vanno ad aggiungere alla lunghezza, per una capacità di carico di 420 litri, anche se la conformazione allungata e ristretta del posteriore può dare qualche problema per i carichi più ingombranti.

Mercedes GLE 2019: le novità

Saliamo qualche gradino e arriviamo nel mondo SUV, con la seconda generazione di Mercedes GLE, che si propone carico di innovazioni tecnologiche e di sistemi di guida avanzati, come l’E-Active Body Control, in grado di riconoscere anche i gesti delle mani e delle braccia del conducente, tanto per fare un esempio.

Nuovo anche il muso, con linee che sottolineano la grinta e la potenza che hanno sempre contraddistinto il Mercedes GLE; otto sono, inoltre, i centimetri che vengono aggiunti al passo e immenso, infine, il bagagliaio, che sfonda i 2.000 litri di volume, a sedili reclinati ovviamente.

Anche in questo caso non manca la versione ibrida, con alternatore starter-elettrico che supporta il motore a sei cilindri.

EQC: il SUV elettrico di Stoccarda

Ce lo siamo tenuto per ultimo perché merita la ribalta della scena allestita da Mercedes a Parigi: stiamo parlando di ECQ, il nuovo SUV completamente elettrico di casa, che, almeno secondo le intenzioni dei costruttori di Stoccarda, dovrebbe fare da apripista al futuro di Stoccarda in generale e ai prossimi dieci modelli tutti elettrificati, in arrivo entro il 2022, in particolare.

Quattrocentootto sono i CV, due i motori elettrici asincroni posti su due assi, 450 i km di autonomia dichiarati, 40 i minuti per ricaricare fino all’80%, ovviamente da una stazione di ricarica da 110 kW, e 5,1 i secondi per arrivare da 0 a 100 km/h. Questi sono i numeri principali dell’imponente, ricercato e prestigioso SUV elettrico che ha il compito di rivoluzionare le sorti di Mercedes.

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/mercedes-novita-salone-parigi-2018/

Ecomondo4fleet – Ecomondo 2018 6-9 Novembre

Ecomondo4Fleet è la piattaforma di incontro tra fleet manager, mobility manager, gestori parchi veicoli aziendali e i referenti delle case automobilistiche, un appuntamento dedicato agli addetti ai lavori del settore mobilità.

La partecipazione a Ecomondo4Fleet è gratuita e avviene tramite invito. Un’ opportunità per le aziende espositrici che possono coinvolgere chi si occupa del parco auto o dei diversi aspetti della mobilità aziendale.

Mercoledì 7 novembre ⇒Giornata dedicata ai professionisti della mobilità aziendale, con contenuti ad hoc:

  • possibilità di provare su strada le vetture ad alimentazione alternativa disponibili sul mercato;
  • partecipare a seminari e convegni;
  • opportunità di incontrare i referenti delle case automobilistiche;

VEICOLI A BASSE EMISSIONI E AD EMISSIONI ZERO.

La riduzione drastica delle emissioni di sostanze inquinanti e dannose per la salute  e di gas effetto serra è un obiettivo raggiungibile in tempi molto brevi. Veicoli alimentati da biocombustibili liquidi, biometano, elettricità, idrogeno e tecnologie di trazione ibride, ibride plug-in, elettriche rappresentano un portafoglio tecnologico molto ampio e capace di raggiungere l’obiettivo della compatibilità ambientale nelle diverse aree del pianeta e in differenti situazioni di mercato. L’elettrificazione della mobilità apre spazi creativi, economici e imprenditoriali importanti per la realizzazione di una nuova infrastruttura di produzione, distribuzione e stoccaggio intelligente di elettricitàottenuta da fonti rinnovabili, per la diffusione di nuovi vettori energetici come l’idrogeno.

 

Fonte: https://www.cittasostenibile.net/citta-sostenibile/focus/mobilita

Noleggio a lungo termine. Conviene anche ai privati!

Il noleggio di auto a lungo termine conviene e quello che è scoppiato tra gli italiani e l’automobile non di proprietà è un vero e proprio colpo di fulmine.

Sembra strano ma è così. Il nostro è, infatti, un popolo di appassionati di motori, di innamorati del pedale dell’acceleratore e di compulsivi feticisti dell’Arbre Magique e dei tappetini coordinati al coprivolante; si potrebbe quasi dire che siamo dei fanatici delle due e delle quattro ruote e che per noi l’automobile è tra le cinque cose più importanti della nostra esistenza – non ci chiedete cosa sono le altre quattro – senza correre il rischio di essere accusati di affermare luoghi comuni. Per il conducente italico, insomma, l’automobile è sacra e deve essere rigorosamente di proprietà.

Eppure qualcosa sta cambiando, e anche molto velocemente; i dati di una Ricerca condotta da ANIASA – Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici -, infatti, ci regalano una fotografia quasi inaspettata: più di 30.000 automobilisti nostrani preferiscono affidarsi ai vantaggi offerti dal noleggio a lungo termine e abbandonano la macchina di proprietà.

Il noleggio a lungo termine comincia, quindi, ad essere un’opportunità interessante non più solo per i professionisti che con la vettura macinano migliaia di chilometri alla settimana, per i quali i vantaggi di questa formula sono chiari da un po’, ma anche per il conducente privato. Le ragioni di ciò possono essere ricercate sicuramente nella costante crescita dei costi relativi alla gestione e alla manutenzione di un’automobile di proprietà, ma anche nella trasformazione del mercato, che propone soluzioni di car sharing sempre più vantaggiose.

Il noleggio auto a lungo termine conviene, quindi, anche ai privati, i quali, almeno stando ai dati degli ultimi mesi, dimostrano di essere sempre più interessati a questa nuova formula di mobilità.

Ad attrarre gli automobilisti è sicuramente la possibilità di comprendere in un’unica rata mensile fissa tutte le spese che ogni anno ricadono in modo sempre più importante sulle spalle dei proprietari di un’autovettura; il 55% del campione di persone intervistate si è detto molto interessato al fatto che nella rata è compreso il premio assicurativo, il 47% dà molto peso alle spese di manutenzione ordinaria comprese e una percentuale analoga considera molto vantaggiosa la possibilità di ottenere soccorso stradale e di poter riparare l’autovettura in caso di danni riportati durante un incidente senza veder lievitare l’importo dovuto.

Certo va anche detto che fino a non molto tempo fa le società che offrivano il servizio di noleggio a lungo termine non erano moltissime, caratteristica che irrigidiva un po’ il mercato e non favoriva l’abbassamento dei canoni di noleggio.

Negli ultimi anni, però, le cose sono decisamente cambiate e gli operatori attivi nel settore si sono moltiplicati, consentendo un deciso ridimensionamento dei costi, diventati oggi accessibili ai più, fino al punto che ci sentiamo di poter affermare che oggi come oggi il noleggio a lungo termine di auto conviene anche per i privati, quasi sempre più dell’acquisto.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/noleggio-auto-a-lungo-termine-conviene-anche-ai-privati/

Niente Motor Show 2018 a Bologna

Il Motor Show di Bologna non esiste più, l’edizione inizialmente a calendario dal 6 al 9 dicembre 2018 è stata definitivamente cancellata. La storica kermesse emiliana delle due e le quattro ruote rinascerà sotto un’altra veste nella vicina Modena, dividendosi tra il quartiere fieristico, la città, il territorio, l’autodromo di Marzaglia. Appuntamento al 16-19 maggio 2019, ma il cosiddetto “Motor Show Festival – Terra di Motori” non sarà la stessa cosa.

TRASLOCO FORZOSO Da qualche giorno la notizia era nell’aria. L’eredità del Motor Show 2017? Costruttori poco interessati ad investire, pubblico inferiore come massa critica alle aspettative, risultato un passivo di 1,7 milioni di euro. E così la scelta drastica di BolognaFiere, organizzatore del Salone e proprietaria anche di ModenaFiere, di imboccare la via Emilia e trasferire il baraccone nella succursale di provincia. Da Show a Festival, un nuovo format che rispecchia i trend che avanzano, ma che al tempo stesso suona tanto come pesante ridimensionamento.

DOWNSIZING Ad annunciare la rivoluzione, il direttore generale di BolognaFiere Antonio Bruzzone, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, infine Vincenzo Conte di Centro Studi Promotor. “In questi anni – afferma Bruzzone – noi organizzatori di fiere ci siamo chiesti come gli ingredienti della formula Motor Show potessero e dovessero evolvere. BolognaFiere opera con una logica aziendale di competitività, l’ottica di ottimizzazione e miglioramento continuo non poteva non interessare il Motor Show. Ecco quindi l’esigenza di un nuovo progetto più agile e flessibile, un vero e proprio evento, più che un Salone in senso tradizionale”.

SALONE LIQUIDO Ecco, dimentichiamoci per sempre i fasti degli anni d’oro, ma anche un Motor Show così come ci eravamo abituati a viverlo nelle ultime edizioni. Si punta sul marchio Motor Valley, cioè su una terra effettivamente ad elevato tasso di passione, cultura e radicamento automotive. Dai Costruttori di auto sportive (Ferrari, Maserati, ma anche Pagani, e poco più in là Lamborghini, Ducati, Dallara) alle esposizioni a tema (i Musei Ferrari di Modena e Maranello, il Museo Pagani di San Cesario sul Panaro, il Museo Stanguellini, il Museo Panini). Basterà, il brand Motor Valley, a richiamare pubblico e Case auto? L’esperienza del Salone di Torino – Parco Valentino insegna che la formula del festival diffuso può riscuotere successo. La speranza è proprio che il “Motor Show 2.0” sia per tutti una piacevole sorpresa.

AL LAVORO Il programma è ancora in fase di definizione: BolognaFiere ha attivato una nuova unità operativa che da oggi risponde a ModenaFiere e all’ad Paolo Fantuzzi, e nella quale confluisce tutto il team del Motor Show. Entro un mese, assicurano, a espositori e partner verrà presentato il progetto.

Fonte: https://www.motorbox.com/auto/magazine/vivere-auto/motor-show-di-bologna-annullata-edizione-2018-a-maggio-2019-a-modena