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Tassazione auto aziendali: quanto è penalizzata l’Italia rispetto agli altri Paesi europei?

Facendo un paragone con gli altri Paesi d’Europa, la tassazione delle auto aziendali italiana non ha eguali (in senso negativo, si intende). Una situazione che si protrae da decenni. Vediamo quanto sono penalizzate le imprese del nostro Paese in termini di deducibilità e detraibilità Iva.

Le recenti parole del premier Giuseppe Conte sulla tassazione delle auto aziendali hanno mitigato, almeno in teoria, la situazione di cui si parla da settimane. Il giro di vite sulle vetture in fringe benefit previsto dalla bozza della legge di Bilancio della Manovra 2020 sarà soggetto, a detta del primo ministro, a “revisioni sostanziali”.

tassazione auto aziendali

Un alleggerimento auspicato che però non cambia un dato di fatto: in materia di fiscalità sulle auto aziendali, l’Italia è già molto penalizzata rispetto agli altri Paesi europei. E non è così da adesso, bensì da tanti anni. Quanto penalizzata? Lo approfondiamo in questo articolo.

Approfondisci: perché il provvedimento sulle vetture fringe benefit sarebbe un clamoroso autogol

TASSAZIONE AUTO AZIENDALI: DEDUCIBILITÀ

In Italia, le auto aziendali a uso promiscuo hanno una deducibilità fissata al 70%, percentuale che, invece, scende al 20% nel caso delle auto in pool (non assegnate). Solo per agenti e rappresentanti di commercio, questa soglia si alza all’80%. Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, l’azienda del nostro Paese non deduce almeno il 30% dei costi. Proprio su questo aspetto, è visibile la prima grande differenza tra l’Italia e gli altri major markets europei: in Spagna, Germania, Regno Unito e Franciala deducibilità è al 100%.

C’è poi da considerare il limite di deducibilità fiscale per le auto a noleggio, che in Italia è fermo da oltre due decenni a 3.615 euro (18.076 euro in caso di acquisto o leasing). In Spagna e Germania, invece, non esiste alcun tetto, mentre nel Regno Unito il limite considerato è di 18.200 euro e in Francia di 18.300 euro. Cifre, come si vede, decisamente più alte rispetto all’Italia.

DETRABILITÀ IVA: ITALIA UNICO CASO

C’è poi l’altro grande capitolo, quello della detraibilità dell’Iva, la cui aliquota, nel nostro Paese, è già in partenza più alta rispetto al resto d’Europa. La detraibilità Iva forfetaria sulle auto aziendali in Italia è fissata da tempo al 40%, mentre in tutti gli altri principali Paesi europei, Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, la detraibilità Iva è totale (100%). Un aspetto sollevato all’ultimo Automotive Dealer Day dall’intervento dell’allora vicepremier Matteo Salvini.

Questo significa che, prendendo come esempio una vettura dal prezzo di 30.000 euro, senza Iva, quest’ultima in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, costa 30.000 euro, mentre in Italia, dato che solo il 40% dell’Iva è detraibile, costa 33.960 euro. Una differenza che fa capire al volo il caso unico italiano.

calcolo tassazione uto aziendali

Una situazione che non sembra avere fine: a marzo, il Governo ha infatti chiesto alla Commissione UE di poter prorogare per un altro triennio il regime dell’Iva al 40%. “Si tratterebbe della quinta proroga e, di triennio in triennio, sembrano non sussistere più i motivi straordinari e contingenti – spiega Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa – La possibilità quindi che si attivi un contenzioso tributario vedrebbe l’Italia in posizione molto delicata, considerando che nel 2006 sullo stesso tema la Corte di Strasburgo obbligò il nostro Paese a stabilire la detraibilità al 100%”.

CONCLUSIONI

Riassumendo, rispetto agli altri Paesi europei, in Italia la tassazione sulle auto aziendali è decisamente penalizzante, in quanto l’azienda da una parte detrae meno Iva, dall’altra deduce meno costi. Tutto questo, ovviamente, va a pesare sui bilanci. 

Negli altri Paesi le auto aziendali, per concludere, hanno trattamenti contributivi uguali a quelli degli altri beni strumentali. In Italia no, il trattamento è ben diverso. Ecco perché un ulteriore inasprimento, che speriamo possa essere scongiurato, costituirebbe l’ennesimo clamoroso autogol.

Quanto costa mantenere un’auto all’anno?

QUANTO MI COSTI – Il costo medio per mantenere un’auto in Italia è di 1.614 euro l’anno, con un incremento di un più 6,58% rispetto ai dati che sono stati registrati nel 2018. È quanto emerge dalle rilevazioni effettuate dal comparatore di offerte SosTariffe, che, ad ottobre 2019, ha analizzato le varie fonti di spesa per l’auto verificando i costi regione per regione. Tra le varie voci di spesa che vanno a definire l’ammontare totale annuo, c’è il carburante, che pesa 891 euro, seguito dalla polizza RC auto, che, in media, costa 573 euro, infine, troviamo il costo del bollo e della revisione, che arrivano a circa 149 euro. 

CHI PIÙ E CHI MENO – Tuttavia il costo annuale per il mantenimento dell’auto cambia da regione a regione, con differenze anche piuttosto importanti. Stando a quanto riportato da SosTariffe, nelle regioni del sud Italia si spende di più; la maglia nera spetta alla Campania, a causa dell’esborso dovuto alla RC auto, che in media costa 1.100 euro all’anno, con una spesa media complessiva di circa 2.112 euro. Sempre a causa del costo della RC auto, risultano care anche la Puglia, con un costo medio di 1.863 euro, e la Calabria, dove la gestione dell’auto comporta una spesa annuale di 1.783 euro. Discorso opposto per la Liguria, dove si spendono mediamente 1.498 euro (grazie ad un costo minore del carburante), che si posiziona al di sotto della media nazionale di oltre 100 euro. Tra le regioni “economiche” rientrano anche il Molise, 1.505 euro all’anno, e la Lombardia, con 1.507 euro; quest’ultima regione riesce a contenere i costi grazie a prezzi medi contenuti per la polizza RC auto, di circa 455 euro all’anno.

2019 IN AUMENTO – Nonostante la presenza di alcune regioni particolarmente virtuose, il 2019, rispetto al 2018, ha fatto registrare un aumento dei costi del +6.58% a causa della crescita significativa registrata in Friuli (rincari maggiori del 35%; 1.117 euro all’anno nel 2018 che sono cresciute a 1.509 euro nel 2019), Valle d’Aosta (+22%; 1.259 contro 1.536 euro), Puglia (+22%; da 1.529 a 1.863 euro) e Emilia Romagna (+20%; da 1.314 a 1.576 euro). 

IN CALO – Tra le regioni in controtendenza, il Molise (i costi registrano un calo del 19,76% con oltre 300 euro in meno), Umbria (dove si è passati da oltre 1.893 del 2018 a 1.624 euro nel 2019, con un calo del 14.17%), e Veneto, con la spesa annuale che passa da 1.722 euro a 1.649 euro registrando un calo del 4.26% (in questa regione si registra il costo più alto per il carburante che incide sulla spesa complessiva per 1.000 euro all’anno circa). Nonostante sia una delle regioni più care d’Italia, nel 2019 sono diminuite del 2% le spese in Campania, dove la spesa passa da 2.155 a 2.112 euro, con un risparmio di poco più di 40 euro. In calo anche la spesa per gli automobilisti del Trentino Alto Adige dove l’esborso annuale per il mantenimento del veicolo si fermano a 1553 euro, con un calo del 1.67% rispetto al 2018. 

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circuito monza

Inaugurazione: 1922

Lunghezza: 5793 m

Numero curve: 8

Gare: F1, GP2 Series, Superbike etc

È una delle piste permanenti più antiche. La storia dell’automobilismo sportivo è passata da qui. È situata da sempre all’interno del parco di Monza ma il vecchio anello dell’alta velocità non è più utilizzato, se non come raccordo durante alcune manifestazioni, come il Rally di Monza. Rimane però un tracciato caratterizzato dalle alte velocità, da curve e varianti che favoriscono l’aerodinamica, i tanti cavalli e il cuore del pilota. Qui è praticamente nata la F1 e qui continua a venire. Nel rettilineo principale, queste monoposto, superano i 330 km/h di velocità massima. ‘Tempio della velocità’ è uno dei nomi dati a questa pista, e non a caso.

Come Arrivare ?

Sempre più italiani si affidano al noleggio a lungo termine: oltre 40mila hanno già scelto di rinunciare all’auto di proprietà

Continua a crescere il numero di automobilisti che sceglie di rinunciare all’acquisto dell’auto avvicinandosi alle nuove forme di condivisione, dal car sharing al noleggio a breve, medio e lungo termine. Oggi sono già circa 40.000 gli italiani che all’acquisto hanno preferito il noleggio a lungo termine, con un costo fisso e predeterminato. A fine anno si prevede raggiungeranno quota 50.000.

La stima arriva da ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, che fornisce uno spaccato su uno dei trend emergenti (il noleggio a lungo termine a privati) nei nuovi scenari di mobilità sempre più proiettati verso l’uso del bene auto.
Il noleggio a lungo termine mostra a pieno la propria efficacia ed economicità con automobilisti (anche senza partita IVA) che percorrono tra 10 e i 25.000 km annui. In caso di percorrenze inferiori potrebbe essere conveniente valutare anche altre soluzioni di mobilità condivisa: nel contesto cittadino il car sharing offre una valida alternativa, così come il noleggio a breve termine per gli spostamenti nei fine settimana.

“Costo fisso e pacchetti ‘all inclusive’ stanno determinando il successo della formula”, evidenzia Massimiliano Archiapatti – Presidente ANIASA, “A parità di modello e di percorrenza, stimiamo una convenienza media del 15% rispetto alla proprietà, senza contare altri vantaggi, come non immobilizzare l’intero capitale per l’acquisto o il tempo risparmiato per la “burocrazia dell’auto” (bollo, assicurazione, manutenzione, eventuali multe o incidenti). E si evitano le complicazioni e illusioni collegate alla vendita dell’usato”.
Visitando i siti dei diversi operatori del settore è possibile ottenere un preventivo chiaro e trasparente sulla vettura che si vuole prendere a noleggio e sui servizi di interesse. Per una city-car si possono spendere circa 240 euro al mese, IVA compresa, per una monovolume siamo sui 300. Bisogna comunque considerare la possibilità di un piccolo anticipo, valutare bene percorrenza media e durata dei contratti (generalmente da 36 a 48 mesi) e i servizi richiesti.

Secondo uno studio condotto dall’Associazione con la società di consulenza Bain&Company il cliente-tipo privato del noleggio a lungo termine è uomo (52%), mediamente più giovane, più informato e benestante rispetto a quanti scelgono la proprietà; un utente più “green”, pronto anche all’alimentazione elettrica. Si noleggia principalmente per motivi di lavoro o di pendolarismo, per sostituire la seconda auto in famiglia.

Fonte

Noleggio auto a lungo termine: verso un radicale cambiamento

L’anno della consacrazione, quello che sembra schiudere le porte a un futuro radioso. Il noleggio auto a lungo termine va e lo fa anche a velocità sostenuta, spinto dalla convinzione degli automobilisti ad affidarsi ad un sistema che gli permette maggiore flessibilità e stress ridotto ai minimi termini, grazie al pagamento di un canone mensile pensato in base a ogni esigenza personale.

I numeri in Europa crescono a dismisura e il mercato italiano è in linea con questo trend positivo, complici anche i prezzi decisamente competitivi che includono praticamente tutte le spese. Il noleggio a lungo termine, ad oggi, vanta una quota di mercato pari ad un quarto del complessivo, almeno secondo i dati registrati da UNRAE nei primi 8 mesi del 2018. È stata ampiamente superata la cifra delle 200 mila auto immatricolare e, andando a fare un confronto con l’anno precedente, si scopre come la formula del noleggio abbia registrato quasi il 13% di immatricolazioni in più.

Numeri evidenti che esprimono una tendenza chiara, destinata a crescere sempre di più con il trascorrere del tempo. C’è in atto un cambiamento di mentalità da parte degli utenti, disposti a rivedere il concetto della mobilità inteso in maniera tradizionale. Tante le proposte di noleggio auto a lungo termine, diversificate e di grande qualità, a seconda del segmento di interesse.

 

Fonte: https://www.snapitaly.it/breaking-news/noleggio-auto-a-lungo-termine/

Mercedes sbaraglia il salone di Parigi e declina al futuro le sue proposte

Mercedes Classe B: new model 2019

L’iconica monovolume di casa si rinnova e diventa più dinamica e sportiva, grazie a linee di design più stilizzate rispetto a quelle precedenti. Qualche centimetro in più in lunghezza e più posto all’interno, con il divanetto che si fa scorrevole, ma anche nuovi sistemi di infotainment, con i due display MBUX, dotati di assistente virtuale intelligente, dell’ormai ovvio touchscreen e di realtà aumentata.

La Nuova Classe B, al debutto sotto la Tour Eiffel, è bella anche fuori: nuova mascherina trapezoidale sull’anteriore, in mezzo alla quale spicca il logo Mercedes, l’ammiccante fanaleria allungata a LED e le linee ribassate del tetto, che la rendono molto più filante di prima. A scelta anche la possibilità di avere la versione con assetto ribassato e le ruote fino a 19’’per chi ha un’anima più grintosa.

Mercedes Classe A: restyling e novità

Anche la Classe A si rinnova, con la versione ibrida e con la Mercedes-AMG A35, che si fa bella con le nuove linee di design sportive, come le appendici aerodinamiche, e mette sotto il cofano il motore turbo a benzina 2.0, che eroga una potenza di 306 CV, e promette grandi trasformazioni anche per quanto riguarda la scocca, la trazione, le sospensioni e la dinamica di guida, che diventa più sportiva ma non al punto di infastidire che preferisce una guida più tranquilla.

Anteprima mondiale, invece, per la nuova Mercedes Classe A Sedan, la berlina stilosissima a quattro porte che abbandona i due volumi grazie al montante centrale che va dalla testa alla coda, compatta le linee e aggiunge aerodinamicità. Tredici sono invece, i centimetri che si vanno ad aggiungere alla lunghezza, per una capacità di carico di 420 litri, anche se la conformazione allungata e ristretta del posteriore può dare qualche problema per i carichi più ingombranti.

Mercedes GLE 2019: le novità

Saliamo qualche gradino e arriviamo nel mondo SUV, con la seconda generazione di Mercedes GLE, che si propone carico di innovazioni tecnologiche e di sistemi di guida avanzati, come l’E-Active Body Control, in grado di riconoscere anche i gesti delle mani e delle braccia del conducente, tanto per fare un esempio.

Nuovo anche il muso, con linee che sottolineano la grinta e la potenza che hanno sempre contraddistinto il Mercedes GLE; otto sono, inoltre, i centimetri che vengono aggiunti al passo e immenso, infine, il bagagliaio, che sfonda i 2.000 litri di volume, a sedili reclinati ovviamente.

Anche in questo caso non manca la versione ibrida, con alternatore starter-elettrico che supporta il motore a sei cilindri.

EQC: il SUV elettrico di Stoccarda

Ce lo siamo tenuto per ultimo perché merita la ribalta della scena allestita da Mercedes a Parigi: stiamo parlando di ECQ, il nuovo SUV completamente elettrico di casa, che, almeno secondo le intenzioni dei costruttori di Stoccarda, dovrebbe fare da apripista al futuro di Stoccarda in generale e ai prossimi dieci modelli tutti elettrificati, in arrivo entro il 2022, in particolare.

Quattrocentootto sono i CV, due i motori elettrici asincroni posti su due assi, 450 i km di autonomia dichiarati, 40 i minuti per ricaricare fino all’80%, ovviamente da una stazione di ricarica da 110 kW, e 5,1 i secondi per arrivare da 0 a 100 km/h. Questi sono i numeri principali dell’imponente, ricercato e prestigioso SUV elettrico che ha il compito di rivoluzionare le sorti di Mercedes.

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/mercedes-novita-salone-parigi-2018/

Volkswagen Polo TGI: noleggio a metano economico e convincente

Tra le utilitarie più vendute e noleggiate in Italia, la nuova Volkswagen Polo si sta rivelando uno dei modelli più interessanti, in particolare perché è disponibile 8per la prima volta sulla Polo), una brillante ed economica versione con motorizzazione a metano. La Polo è giunta ormai alla sesta generazione, ed è stata venduta finora in più di 14 milioni di esemplari (quasi 16,5 milioni, comprese le versioni derivate) in tutto il mondo. La nuova serie, lanciata alla fine dello scorso anno, offre un package ottimizzato, grazie al pianale modulare trasversale MQB: esternamente più lunga e più bassa rispetto al modello precedente, ma più spaziosa all’interno. Rispetto alla serie precedente ha una lunghezza di 4,053 m (+ 81 mm), un passo di 2,564 mm (+ 94 mm) e una capacità del bagagliaio di 351 litri (+ 71 litri), che però scendono a 251 litri nella TGI a metano a causa della presenza della bombola del gas.

Grazie al pianale modulare trasversale MQB, la Polo fissa nuovi standard di riferimento nella sua categoria: Front Assist, Blind Spot Detection, cruise control con regolazione automatica della distanza ACC, sistema anti collisione multipla e fari con tecnologia led, dotazioni finora riservate alle classi superiori. Questa generazione è anche la prima Polo con strumentazione interamente digitale: l’Active; Info Display di seconda generazione debutta sulla nuova Polo.

Il 1.0 TGI 90 CV è il primo motore a gas metano impiegato su una Polo: è un tre cilindri di nuova progettazione che sviluppa 90 CV da una cilindrata di 999 cc; questa potenza è sempre disponibile tra 4.500 e 5.800 giri. L’efficiente motore a gas metano eroga la sua coppia massima di 160 Nm già a 1.900 giri (fino a 3.500 giri). Il motore, che come tutti i propulsori EA211 presenta un rapporto di compressione di 10,5:1, si avvia sempre in modalità a metano (se la riserva di gas è sufficiente). Se invece, nel serbatoio ad alta pressione (che offre la massima garanzia di sicurezza) la riserva di metano si esaurisce, il motore a ciclo Otto passa all’alimentazione a benzina. L’autonomia complessiva della Polo 1.0 TGI arriva a superare i 1.190 chilometri, comprendendo lo sfruttamento della capacità del serbatoio a benzina.

La Polo TGI è disponibile in tre allestimenti, ovvero quelli principali della gamma Polo: Trendline, Comfortline e Highline. I prezzi di listino sono rispettivamente di 16.600 euro, 18.500 e 19.950. Già la versione di accesso Trendline vanta un’ottima dotazione di serie. Gli equipaggiamenti di serie comprendono infatti sistemi di assistenza quali il sistema anti collisione multipla e il Front Assist con funzione di frenata di emergenza City e riconoscimento dei pedoni, il controllo elettronico della stabilità (ESC) con assistenza nelle partenze in salita, il sistema di frenata anti collisione multipla Multicollision Brake, il rilevatore di stanchezza del guidatore Fatigue Detection, 6 airbag, inclusi airbag a tendina anteriori e posteriori, il limitatore di velocità, la regolazione in altezza per il sedile conducente, le luci diurne e illuminazione della targa a LED.

La versione successiva Comfortline aggiunge ulteriori dotazioni quali sistema di infotainment Composition Media con USB e Bluetooth, la ricarica a induzione per smartphone e il climatizzatore. Inoltre sono presenti i cerchi in lega da 15 pollici, gli specchietti retrovisori esterni regolabili/riscaldabili elettricamente, gli alzacristalli anteriori e posteriori elettrici con funzione comfort, il display multifunzione Plus. Scegliendo l’allestimento Highline, si ottengono dotazioni quali la strumentazione digitale Active Info Display, il pacchetto estetico R-Line e l’illuminazione ambiente a led. Inoltre ci sono i cerchi in lega leggera da 16 pollici, i fendinebbia con luci di svolta, il pacchetto pelle, il bracciolo centrale anteriore con vano portaoggetti, i sedili sportivi comfort anteriori, l’Active Info Display.

La versione più adatta alle flotte aziendali è la 1.0 TGI Comfortline, ossia quella intermedia. La Polo a gas è una delle auto dai costi d’esercizio più bassi, grazie al costo del carburante che alla pompa è di poco superiore a 1 euro al kg. Il serbatoio contiene 11,6 kg di metano e la percorrenza dichiarata dalla Volkswagen è di 24,4 km con 1 kg in città (quindi l’autonomia è di circa 250 km), e di ben 38,5 km/kg su strade extraurbane (in media si dovrebbero percorrere circa 400 km con un pieno, quindi con una spesa di poco più di 10 euro). A differenza di altre vetture a metano della stessa categoria (in pratica la concorrente più accreditata è la ormai vecchia Fiat Punto, che ha il vantaggio però di costare meno), la Polo è molto brillante grazie ai suoi 90 CV (la Punto Natural Power a metano ne ha 69), anzi, è quasi sportiva. Sfatato quindi il mito negativo delle auto a gas lente e poco brillanti, la Polo TGI può aspirare a prendere il posto della versione a gasolio. Tra l’altro rispetto alla versione 1.6 TDI corrispondente, quella da 95 CV, a parità di allestimento Comfortline, la 1.0 TGI costa soltanto 450 euro in più. Ma offre anche costi di assicurazione nettamente inferiori, perché la sua cilindrata è soltanto di 1 litro contro il “millesei”.

Fonte: http://www.fleetblog.it/2018/05/14/volkswagen-polo-tgi-noleggio-a-metano-economico-e-convincente/