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Motor Show: sarà a maggio 2019 non a Bologna, ma a Modena

FINE DI UN CLASSICO? – Il Motor Show di Bologna continua le sue tribolazioni. Quando era già fissata la conferenza stampa di presentazione dell’evento previsto come al solito per i primi di dicembre nel quartiere fieristico bolognese, è arrivata la doccia fredda: niente edizione 2018 e prossima edizione a Modena nel prossimo mese di maggio 2019. La decisione non è dipesa dagli organizzatori, ma da Bologna Fiere, la società proprietaria dell’area espositiva. Soltanto nei giorni scorsi Bologna Fiere ha comunicato al Motor Show che a dicembre saranno già in corso i lavori di ampliamento dei padiglioni. Una situazione che priva il Motor Show dell’area su cui si svolgono normalmente le gare, molto importanti nel bilancio della rassegna motoristica per il pubblico che attirano. Gli organizzatori della kermesse hanno allora optato per la cancellazione dell’edizione 2018 con rinvio al mese di maggio e non a Bologna ma Modena. 


UN SALONE DIFFUSO – Nell’annunciare la novità la società del Motor Show ha anche accennato ad alcune caratteristiche dell’evento modenese. Sarà un salone diffuso, vale a dire con gli eventi sparsi in diverse location della città, con il coinvolgimento dei musei Ferrari, Lamborghini e Pagani. Le gare si svolgeranno invece sulla pista di Marzaglia, quella nota come autodromo di Modena. Niente da fare invece per il classico Memorial Bettega, non essendo state individuate a Modena aree idonee per la manifestazione.  

Auto guida autonoma 2018: a che punto siamo?

È ormai diventato uno degli argomenti più interessanti dell’automotive, anche se ancora non è così popolare come dovrebbe. Eppure non c’è casa automobilistica che non stia cercando di dire nell’ambito della guida autonoma e le pesanti acquisizioni in termini societari di aziende che operano nel settore Tech ne sono la più vivace testimonianza. Quali sono le novità sulle auto a guida autonoma 2018? Quali sono i paesi più impegnati in questo settore?

Negli Stati Uniti sono, ovviamente, mille passi avanti noi, con Google e General Motors che son già a fare test e prove su strada da tempo, gli ingegneri giapponesi della Toyota portano avanti progetti importanti nel proverbiale silenzio orientale che li contraddistingue, ma hanno già quasi pronto e-Palette, un autobus completamente autonomo che debutterà alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e in Europa c’è chi si dà da fare, soprattutto in Germania dove si consuma l’eterna sfida tra Mercedes, BMW e Volkswagen, con l’ultimo dei tre che si classifica, almeno per ora, primo con la sua Audi A8, l’automobile autonoma più avanzata attualmente presente sul mercato.

Siete quindi d’accordo con noi che è arrivato il momento di fare il punto della situazione?

Auto a guida autonoma e disabilità

Si  tenuto recentemente a Milano il #FORUMAutoMotive 2018 durante il quale il tema della guida autonoma ha fatto rima con un altro argomento di grande interesse, ossia la disabilità; perché in effetti è proprio questo uno dei più grandi vantaggi offerti dalla macchina che si guida completamente da sé: permettere a chi non ha il completo controllo dei suoi organi sensoriali di raggiungere quell’autonomia di movimento che oggi gli è negata, o concessa con molto difficoltà.

Ci aveva già provato IBM un paio di anni fa, quando aveva presentato Olli, il prototipo di bus completamente automatico dedicato ai disabili, dotato di rampe per disabili e vari sistemi di aiuto installati a bordo; stampato direttamente in 3d e guidato da Watson, un bot in grado di dialogare anche con i passeggeri. Che fine ha fatto? Olli è vivo e vegeto: fa lezioni all’Università di Buffalo e test drive a Berlino; insomma, porta, e presenta, in giro per il mondo la sua tecnologia e cerca di sensibilizzare i cittadini che incontra sul tema auto a guida autonoma e disabilità.

Ciò che è emerso dal #FORUMAutoMotive, a dichiarazione di Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’evento, è come il settore dell’automotive sia pronto a spiccare il volo in tal senso, anche se non mancano le difficoltà e la strada da percorrere è ancora lunghissima; ciò che rallenta lo sviluppo è la totale carenza di un efficace adeguamento della rete stradale e una precisa normativa che permetta ai costruttori di raffinare i loro progetti. Perché, e questa è la buona notizia, l’auto a guida completamente autonoma c’è già.

Auto guida autonoma: le normative nei vari paesi

Insomma, il panorama è vivace e scoppiettante e non è un caso che l’Unione Europea abbia finanziato il Progetto L3Pilot, 36 milioni di euro in 4 anni per testare i sistemi di guida autonoma in condizioni reali sulle strade del Vecchio Continente.

Forse niente rispetto a quanto fatto dalla California, dove le automobili completamente automatiche possono girare liberamente da giugno scorso, ma sicuramente di più di quanto firmato dall’ex Ministro Delrio, il quale con il Decreto Smart Road ha quantomeno autorizzato i test di guida autonoma e stanziato 2 milioni di euro per lo sviluppo del progetto.

Google e General Motors: il testa a testa al vertice della classifica

Partiamo dalle due aziende che più hanno da dire in questo ambito.

Big G, con la sua spin off Waymo, l’unica ad oggi ad aver effettuato test su auto senza né volante né pedali e ad aver ottenuto dallo stato della California, proprio in questi giorni, il permesso di testare prototipi senza neanche il collaudatore a bordo, non ha problemi per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico; semmai ha difficoltà per quanto riguarda la produzione su larga scala. Nonostante, infatti, l’accordo stretto con FCA a inizio gennaio, grazie al quale equipaggerà con la sua tecnologia 62mila Chrysler Pacifica, e il più recente sottoscritto con la regale Jaguar, per rendere autonomi 20.000 modelli di Jaguar I Pace, il SUV completamente elettrico di Coventry, non è semplice trovare altre case automobilistiche pronte a collaborare al fine di abbassare i costi di produzione, ad oggi ancora improponibili.

Sotto questo profilo se la cava molto meglio General Motors, che nel 2016 ha acquistato Cruise Automation e ha messo in cantiere la bella Chevrolet Bolt. I 2,75 miliardi di dollari arrivati da Honda Motors, che acquisisce il 5,7% di GM Cruise, mettono l’azienda in una condizione di tranquillità economica, anche se manca ancora qualche step tecnologico per raggiungere Google-Waymo. Il prototipo autonomo di GM, infatti, si ferma alle 25 miglia all’ora, oltre le quali non garantisce gli standard di sicurezza, e conta ancora qualche incidente di troppo durante i test. Forse è questo il motivo per cui ha annunciato, facendola slittare, l’uscita ufficiale su strada della prima autovettura a guida autonoma per fine 2019, mentre è partito proprio in questi giorni in Arizona il nuovo servizio passeggeri a pagamento totalmente autonomo di Waymo, prima azienda al mondo a riuscire a produrre, e quindi a garantire gli standard di sicurezza, un veicolo a guida completamente autonoma..

Auto guida autonoma 2018: Tesla e l’Autopilot

Più indietro l’azienda dell’eclettico Elon Musk, anche a causa del tragico incidente del 2016 in cui ha perso la vita un fedele teslista che con fiducia aveva attivato l’Autopilot della sua Model S e si era distratto, andando a finire sotto il rimorchio di un camion non registrato dal sistema di assistenza alla guida avanzato progettato dall’azienda.

Ora è tutta una corsa, corsa lenta, a dire il vero, visto che l’uscita è prevista non prima del 2020, per le nuove versioni di Model S e Model X che montano un vero e proprio sistema di guida autonoma, il perfezionamento estremo di quell’Autopilot  che non ha “visto” il camion due anni e mezzo fa. Senza, però, il Lidar, l’hardware che spara raggi laser per mappare le strade, dai più considerato indispensabile per garantire la sicurezza, perché Elon è convinto che non serva

E l’Europa che fa?

Che succede, invece, sulle strade del Vecchio Continente? La sfida si gioca, quasi inutile sottolinearlo, tutta in Germania.

In cima alla lista abbiamo Daimler-Merceds, con il lancio dell’Intelligent Drive, che riconosce pedoni e ciclisti e si avvicina molto all’Autopilot di Tesla. La collaborazione è stata stretta con Bosch e Nvidia e per ora è tutto un testare sulle strade di Böblingen, vicino a Stoccarda, dove Daimler ha uno stabilimento.

Più indietro, invece, la rivale storica di Monaco di Baviera che per ora è sulle strade della California a testare 40 veicoli segretissimi, realizzati grazie alla collaborazione con Intel.

Poi c’è lei, la VW, che con la Audi A8 ha già messo su strada il Traffic Jam Pilot, dotato già di Lidar, che permette al pilota di andare in tutta sicurezza senza mani fino alla velocità di circa 60 km/h. Il 2020 è la data promessa da Ingolstadt per un’automobile a guida completamente autonoma, ma bisogna aspettare fino al 2021 per poter vedere una vettura che abbia il livello di sicurezza 4.

 

Fonte.

Auto elettriche, le più affidabili

Quali sono le auto elettriche migliori e più affidabili per autonomia? Ovvero, quali di queste macchine “a pile” non rischiano di lasciarci a piedi perché si scaricano? un calcolo parziale ma non improvvisato, basato sulle tariffe delle colonnine di rifornimento Enel Drive (0,40 euro al Kw/h) attesta che le due vetture migliori per autonomia sono la Tesla Model S e la sua gemella Model T. Si tratta di due autentiche super-car dal prezzo non certo alla portata di tutti (anzi!) con velocità massime di oltre 200 Km/h. Ma dal punto di vista dell’autonomia id viaggio, quantomeno, sono abbastana sicure di portarci a destinazione: entrambe sono in grado di viaggiare con le batterie piene per oltre 550 chilometri. Terza in classifica la Rénault Zone (la Clio elettrica) che fa 380 km con un pieno di energia elettrica. Quarta la Golf-E che si ferma a 300 chilometri di autonomia. Quinta la Hyndai Ioniq che va ricaricata dopo 280 km. Per quanto riguarda i costi di ricarica, la vettura elettrica più conveniente è la Citroen C-Zero: farle il pieno costa solo 5,80 euro. Al secondo posto la Mitsubishi MiEv che si ricarica al massimo con 6,40 euro. Invece la Hyundai Ioniq, che si ricarica al massimo con 11,30 euro, presenta il miglior rapporto costi/percorrenza: con un solo euro di ricarca si fanno quasi 25 chilometri! Altro che la benzina…

 

Fonte: inAuto & Moto

Noleggio a lungo termine. Conviene anche ai privati!

Il noleggio di auto a lungo termine conviene e quello che è scoppiato tra gli italiani e l’automobile non di proprietà è un vero e proprio colpo di fulmine.

Sembra strano ma è così. Il nostro è, infatti, un popolo di appassionati di motori, di innamorati del pedale dell’acceleratore e di compulsivi feticisti dell’Arbre Magique e dei tappetini coordinati al coprivolante; si potrebbe quasi dire che siamo dei fanatici delle due e delle quattro ruote e che per noi l’automobile è tra le cinque cose più importanti della nostra esistenza – non ci chiedete cosa sono le altre quattro – senza correre il rischio di essere accusati di affermare luoghi comuni. Per il conducente italico, insomma, l’automobile è sacra e deve essere rigorosamente di proprietà.

Eppure qualcosa sta cambiando, e anche molto velocemente; i dati di una Ricerca condotta da ANIASA – Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici -, infatti, ci regalano una fotografia quasi inaspettata: più di 30.000 automobilisti nostrani preferiscono affidarsi ai vantaggi offerti dal noleggio a lungo termine e abbandonano la macchina di proprietà.

Il noleggio a lungo termine comincia, quindi, ad essere un’opportunità interessante non più solo per i professionisti che con la vettura macinano migliaia di chilometri alla settimana, per i quali i vantaggi di questa formula sono chiari da un po’, ma anche per il conducente privato. Le ragioni di ciò possono essere ricercate sicuramente nella costante crescita dei costi relativi alla gestione e alla manutenzione di un’automobile di proprietà, ma anche nella trasformazione del mercato, che propone soluzioni di car sharing sempre più vantaggiose.

Il noleggio auto a lungo termine conviene, quindi, anche ai privati, i quali, almeno stando ai dati degli ultimi mesi, dimostrano di essere sempre più interessati a questa nuova formula di mobilità.

Ad attrarre gli automobilisti è sicuramente la possibilità di comprendere in un’unica rata mensile fissa tutte le spese che ogni anno ricadono in modo sempre più importante sulle spalle dei proprietari di un’autovettura; il 55% del campione di persone intervistate si è detto molto interessato al fatto che nella rata è compreso il premio assicurativo, il 47% dà molto peso alle spese di manutenzione ordinaria comprese e una percentuale analoga considera molto vantaggiosa la possibilità di ottenere soccorso stradale e di poter riparare l’autovettura in caso di danni riportati durante un incidente senza veder lievitare l’importo dovuto.

Certo va anche detto che fino a non molto tempo fa le società che offrivano il servizio di noleggio a lungo termine non erano moltissime, caratteristica che irrigidiva un po’ il mercato e non favoriva l’abbassamento dei canoni di noleggio.

Negli ultimi anni, però, le cose sono decisamente cambiate e gli operatori attivi nel settore si sono moltiplicati, consentendo un deciso ridimensionamento dei costi, diventati oggi accessibili ai più, fino al punto che ci sentiamo di poter affermare che oggi come oggi il noleggio a lungo termine di auto conviene anche per i privati, quasi sempre più dell’acquisto.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/noleggio-auto-a-lungo-termine-conviene-anche-ai-privati/

Niente Motor Show 2018 a Bologna

Il Motor Show di Bologna non esiste più, l’edizione inizialmente a calendario dal 6 al 9 dicembre 2018 è stata definitivamente cancellata. La storica kermesse emiliana delle due e le quattro ruote rinascerà sotto un’altra veste nella vicina Modena, dividendosi tra il quartiere fieristico, la città, il territorio, l’autodromo di Marzaglia. Appuntamento al 16-19 maggio 2019, ma il cosiddetto “Motor Show Festival – Terra di Motori” non sarà la stessa cosa.

TRASLOCO FORZOSO Da qualche giorno la notizia era nell’aria. L’eredità del Motor Show 2017? Costruttori poco interessati ad investire, pubblico inferiore come massa critica alle aspettative, risultato un passivo di 1,7 milioni di euro. E così la scelta drastica di BolognaFiere, organizzatore del Salone e proprietaria anche di ModenaFiere, di imboccare la via Emilia e trasferire il baraccone nella succursale di provincia. Da Show a Festival, un nuovo format che rispecchia i trend che avanzano, ma che al tempo stesso suona tanto come pesante ridimensionamento.

DOWNSIZING Ad annunciare la rivoluzione, il direttore generale di BolognaFiere Antonio Bruzzone, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, infine Vincenzo Conte di Centro Studi Promotor. “In questi anni – afferma Bruzzone – noi organizzatori di fiere ci siamo chiesti come gli ingredienti della formula Motor Show potessero e dovessero evolvere. BolognaFiere opera con una logica aziendale di competitività, l’ottica di ottimizzazione e miglioramento continuo non poteva non interessare il Motor Show. Ecco quindi l’esigenza di un nuovo progetto più agile e flessibile, un vero e proprio evento, più che un Salone in senso tradizionale”.

SALONE LIQUIDO Ecco, dimentichiamoci per sempre i fasti degli anni d’oro, ma anche un Motor Show così come ci eravamo abituati a viverlo nelle ultime edizioni. Si punta sul marchio Motor Valley, cioè su una terra effettivamente ad elevato tasso di passione, cultura e radicamento automotive. Dai Costruttori di auto sportive (Ferrari, Maserati, ma anche Pagani, e poco più in là Lamborghini, Ducati, Dallara) alle esposizioni a tema (i Musei Ferrari di Modena e Maranello, il Museo Pagani di San Cesario sul Panaro, il Museo Stanguellini, il Museo Panini). Basterà, il brand Motor Valley, a richiamare pubblico e Case auto? L’esperienza del Salone di Torino – Parco Valentino insegna che la formula del festival diffuso può riscuotere successo. La speranza è proprio che il “Motor Show 2.0” sia per tutti una piacevole sorpresa.

AL LAVORO Il programma è ancora in fase di definizione: BolognaFiere ha attivato una nuova unità operativa che da oggi risponde a ModenaFiere e all’ad Paolo Fantuzzi, e nella quale confluisce tutto il team del Motor Show. Entro un mese, assicurano, a espositori e partner verrà presentato il progetto.

Fonte: https://www.motorbox.com/auto/magazine/vivere-auto/motor-show-di-bologna-annullata-edizione-2018-a-maggio-2019-a-modena