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Il futuro è dell’auto a idrogeno: un pieno da 600 km in 3 minuti

Auto elettrica sì, ma quale? Sull’onda delle previsioni che danno per imminente una quota significativa di macchine a emissioni zero o ibride, si riaccende il dibattito sull’alimentazione del motore elettrico. E torna in pista l’idrogeno, forte di una spinta innovativa che ne ha cambiato radicalmente le prestazioni e dell’appoggio dell’Hydrogen Council che conta 53 grandi imprese (dalla Toyota a Air Liquide) e stima la presenza di più di 10 milioni di macchine a idrogeno entro il 2030.

“Negli ultimi tre anni, grazie a un investimento di 10 miliardi di euro, le fuel cell hanno fatto uno straordinario salto tecnologico”, spiega Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University. “Oggi sono grandi come un computer portatile e pesano poco più di 10 chili, invece dei 400 delle batterie. Anche il pieno di idrogeno che le alimenta, e che consente di percorrere da 600 a 800 chilometri, è molto più leggero di quello tradizionale, solo 5-8 chili, e si fa in tre minuti. Inoltre se si mettono assieme due fuel cell si ottiene abbastanza energia per far viaggiare senza problemi un camion. Con queste prestazioni non c’è gara: il futuro è dell’idrogeno. Anche perché i prezzi crolleranno ed entro 5 anni queste macchine saranno competitive anche dal punto di vista del costo”.

A sostenere la variabile idrogeno della mobilità elettrica è una proposta di legge di iniziativa popolare sulla transizione energetica green, appoggiata da un gruppo di parlamentari, che viene presentata oggi in un convegno organizzato alla sala Isma del Senato. Il testo, elaborato dalla Fondazione H2U The Hydrogen University, ha il patrocinio dell’Anci e prevede un finanziamento di 100 milioni di euro per il Piano nazionale idrogeno che punta a utilizzare i picchi di elettricità resi disponibili dalla progressiva crescita delle fonti rinnovabili.

E’ una correzione di rotta per allineare l’Italia con i Paesi che per primi hanno scommesso sull’auto a idrogeno. A guidare la volata è il Giappone: la Toyota ha già investito 4 miliardi di dollari e nel 2020 sarà pronta una fabbrica che decuplicherà la sua capacità produttiva portandola a 30 mila macchine l’anno. Segue la Corea: la Hyundai ha firmato un accordo per vendere mille camion a idrogeno in Svizzera. Nell’Unione europea il capofila è la Germania: Bmw e Daimler hanno occupato la posizione e hanno spinto a realizzare una rete di distributori di idrogeno (in Europa la rete conta 150 punti, concentrati in Germania, con una presenza a Parigi, Londra, in Scandinavia e in Spagna; in Italia c’è solo a Bolzano).

Fonte

Auto guida autonoma 2018: a che punto siamo?

È ormai diventato uno degli argomenti più interessanti dell’automotive, anche se ancora non è così popolare come dovrebbe. Eppure non c’è casa automobilistica che non stia cercando di dire nell’ambito della guida autonoma e le pesanti acquisizioni in termini societari di aziende che operano nel settore Tech ne sono la più vivace testimonianza. Quali sono le novità sulle auto a guida autonoma 2018? Quali sono i paesi più impegnati in questo settore?

Negli Stati Uniti sono, ovviamente, mille passi avanti noi, con Google e General Motors che son già a fare test e prove su strada da tempo, gli ingegneri giapponesi della Toyota portano avanti progetti importanti nel proverbiale silenzio orientale che li contraddistingue, ma hanno già quasi pronto e-Palette, un autobus completamente autonomo che debutterà alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e in Europa c’è chi si dà da fare, soprattutto in Germania dove si consuma l’eterna sfida tra Mercedes, BMW e Volkswagen, con l’ultimo dei tre che si classifica, almeno per ora, primo con la sua Audi A8, l’automobile autonoma più avanzata attualmente presente sul mercato.

Siete quindi d’accordo con noi che è arrivato il momento di fare il punto della situazione?

Auto a guida autonoma e disabilità

Si  tenuto recentemente a Milano il #FORUMAutoMotive 2018 durante il quale il tema della guida autonoma ha fatto rima con un altro argomento di grande interesse, ossia la disabilità; perché in effetti è proprio questo uno dei più grandi vantaggi offerti dalla macchina che si guida completamente da sé: permettere a chi non ha il completo controllo dei suoi organi sensoriali di raggiungere quell’autonomia di movimento che oggi gli è negata, o concessa con molto difficoltà.

Ci aveva già provato IBM un paio di anni fa, quando aveva presentato Olli, il prototipo di bus completamente automatico dedicato ai disabili, dotato di rampe per disabili e vari sistemi di aiuto installati a bordo; stampato direttamente in 3d e guidato da Watson, un bot in grado di dialogare anche con i passeggeri. Che fine ha fatto? Olli è vivo e vegeto: fa lezioni all’Università di Buffalo e test drive a Berlino; insomma, porta, e presenta, in giro per il mondo la sua tecnologia e cerca di sensibilizzare i cittadini che incontra sul tema auto a guida autonoma e disabilità.

Ciò che è emerso dal #FORUMAutoMotive, a dichiarazione di Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’evento, è come il settore dell’automotive sia pronto a spiccare il volo in tal senso, anche se non mancano le difficoltà e la strada da percorrere è ancora lunghissima; ciò che rallenta lo sviluppo è la totale carenza di un efficace adeguamento della rete stradale e una precisa normativa che permetta ai costruttori di raffinare i loro progetti. Perché, e questa è la buona notizia, l’auto a guida completamente autonoma c’è già.

Auto guida autonoma: le normative nei vari paesi

Insomma, il panorama è vivace e scoppiettante e non è un caso che l’Unione Europea abbia finanziato il Progetto L3Pilot, 36 milioni di euro in 4 anni per testare i sistemi di guida autonoma in condizioni reali sulle strade del Vecchio Continente.

Forse niente rispetto a quanto fatto dalla California, dove le automobili completamente automatiche possono girare liberamente da giugno scorso, ma sicuramente di più di quanto firmato dall’ex Ministro Delrio, il quale con il Decreto Smart Road ha quantomeno autorizzato i test di guida autonoma e stanziato 2 milioni di euro per lo sviluppo del progetto.

Google e General Motors: il testa a testa al vertice della classifica

Partiamo dalle due aziende che più hanno da dire in questo ambito.

Big G, con la sua spin off Waymo, l’unica ad oggi ad aver effettuato test su auto senza né volante né pedali e ad aver ottenuto dallo stato della California, proprio in questi giorni, il permesso di testare prototipi senza neanche il collaudatore a bordo, non ha problemi per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico; semmai ha difficoltà per quanto riguarda la produzione su larga scala. Nonostante, infatti, l’accordo stretto con FCA a inizio gennaio, grazie al quale equipaggerà con la sua tecnologia 62mila Chrysler Pacifica, e il più recente sottoscritto con la regale Jaguar, per rendere autonomi 20.000 modelli di Jaguar I Pace, il SUV completamente elettrico di Coventry, non è semplice trovare altre case automobilistiche pronte a collaborare al fine di abbassare i costi di produzione, ad oggi ancora improponibili.

Sotto questo profilo se la cava molto meglio General Motors, che nel 2016 ha acquistato Cruise Automation e ha messo in cantiere la bella Chevrolet Bolt. I 2,75 miliardi di dollari arrivati da Honda Motors, che acquisisce il 5,7% di GM Cruise, mettono l’azienda in una condizione di tranquillità economica, anche se manca ancora qualche step tecnologico per raggiungere Google-Waymo. Il prototipo autonomo di GM, infatti, si ferma alle 25 miglia all’ora, oltre le quali non garantisce gli standard di sicurezza, e conta ancora qualche incidente di troppo durante i test. Forse è questo il motivo per cui ha annunciato, facendola slittare, l’uscita ufficiale su strada della prima autovettura a guida autonoma per fine 2019, mentre è partito proprio in questi giorni in Arizona il nuovo servizio passeggeri a pagamento totalmente autonomo di Waymo, prima azienda al mondo a riuscire a produrre, e quindi a garantire gli standard di sicurezza, un veicolo a guida completamente autonoma..

Auto guida autonoma 2018: Tesla e l’Autopilot

Più indietro l’azienda dell’eclettico Elon Musk, anche a causa del tragico incidente del 2016 in cui ha perso la vita un fedele teslista che con fiducia aveva attivato l’Autopilot della sua Model S e si era distratto, andando a finire sotto il rimorchio di un camion non registrato dal sistema di assistenza alla guida avanzato progettato dall’azienda.

Ora è tutta una corsa, corsa lenta, a dire il vero, visto che l’uscita è prevista non prima del 2020, per le nuove versioni di Model S e Model X che montano un vero e proprio sistema di guida autonoma, il perfezionamento estremo di quell’Autopilot  che non ha “visto” il camion due anni e mezzo fa. Senza, però, il Lidar, l’hardware che spara raggi laser per mappare le strade, dai più considerato indispensabile per garantire la sicurezza, perché Elon è convinto che non serva

E l’Europa che fa?

Che succede, invece, sulle strade del Vecchio Continente? La sfida si gioca, quasi inutile sottolinearlo, tutta in Germania.

In cima alla lista abbiamo Daimler-Merceds, con il lancio dell’Intelligent Drive, che riconosce pedoni e ciclisti e si avvicina molto all’Autopilot di Tesla. La collaborazione è stata stretta con Bosch e Nvidia e per ora è tutto un testare sulle strade di Böblingen, vicino a Stoccarda, dove Daimler ha uno stabilimento.

Più indietro, invece, la rivale storica di Monaco di Baviera che per ora è sulle strade della California a testare 40 veicoli segretissimi, realizzati grazie alla collaborazione con Intel.

Poi c’è lei, la VW, che con la Audi A8 ha già messo su strada il Traffic Jam Pilot, dotato già di Lidar, che permette al pilota di andare in tutta sicurezza senza mani fino alla velocità di circa 60 km/h. Il 2020 è la data promessa da Ingolstadt per un’automobile a guida completamente autonoma, ma bisogna aspettare fino al 2021 per poter vedere una vettura che abbia il livello di sicurezza 4.

 

Fonte.

Peugeot 508 Hybrid e 3008 Hybrid4: il futuro della casa del leone

Anche ad ottobre scorso la grande kermesse automobilistica all’Expo parigino – come abbiamo già avuto modo di dirvi siamo stati al Salone di Parigi per potervi dare notizie fresche fresche – è stata un grande successo e si è rivelata essere la consueta grande vetrina per i nuovi modelli e per i progetti più innovativi delle case automobilistiche che vi hanno partecipato Non è mai facile districarsi tra le tante novità che il settore dell’automotive sforna ad ogni stagione, ma quest’anno il tema intorno al quale si sono sfidati a suon di gioielli tecnologici i maggiori gruppi automobilistici è stata lei: l’auto elettrica declinata in tutte le sue varianti, a testimonianza che il total green non è più una follia per pochi ma sta diventando sempre più il futuro per tutti.

Per questo non possiamo non aggiornarvi sulle novità di Peugeot, che a Porte de Versailles ha presentato la Peugeot Hybrid 508 Hybrid, anche in versione SW, e la Peugeot 3008 Hybrid4, entrambe equipaggiate con le nuove motorizzazione plug-in ibride e benzina, che promettono ben 50 km in modalità total green.

Peugeot concept: l’e-Legend, la sportiva elettrica che si guida da sola

Prima di passare a raccontarvi delle due nuove protagoniste plug-in hybrid della Casa del Leone, vogliamo, però, spendere due parole sulla Peugeot e-Legend, la deliziosa concept car elettrica dalle linee rétro – si ispira all’iconica Peugeot 504, la berlina “con gli occhi della Loren”, tanto per dare qualche stimolo commemorativo ai nostalgici più impenitenti – che sembra un’astronave spaziale: una volta attivata la funzione di guida autonoma, infatti, volante e pedaliera spariscono, o meglio si ritraggono, e i sedili si reclinano, in modo che il guidatore possa godersi tranquillo i rivestimenti di velluto di seta azzurra, le finiture di legno Paldao proveniente da foreste rinnovabili, l’aria profumata dell’abitacolo – ci sono due diffusori di fragranze – e lo schermo ricurvo da 46’’ su cui possono essere visualizzati i contenuti multimediali preferiti..

Insomma, roba da film di fantascienza, come l’autonomia dichiarata che arriva a 600 km, a quanto pare, 500 dei quali ricaricabili in appena 25 minuti con il sistema di ricarica rapida integrato. Per chi lo preferisce, ovviamente, esistono anche due modalità di guida classica.

Peugeot 508 Hybrid: la stilosa ammiraglia di casa diventa plug-in

Torniamo alla più “terrestre” Peugeot 508, l’elegantissima berlina dalle linee affusolate  e molto ricercate che ha da poco subito un sontuoso restyling che la rende ancora più bella. La versione ibrida plug-in, che abbiamo ammirato a Parigi si vedrà sulle nostre strade a partire dall’autunno dell’anno prossimo, sarà equipaggiata dal motore a benzina 1.6 PureTech sovralimentato, in modo da poter sprigionare fino a 180 CV, associato a quello elettrico posto sull’avantreno, che arriva a 110 CV, per una potenza combinata di 225 CV.

Quattro le modalità di guida, dalla ZEV, quella completamente elettrica, per un’autonomia di 40 km e una velocità massima di 135 km/h, a quella Comfort, con cui entrano in gioco le sospensioni a smorzamenti pilotato. Il cambio è l’EAT8, l’automatico a 8 rapporti che, però, sulle versioni plug-in ha una frizione multidisco al posto del convertitore di coppia, per rendere ancora più delicato il passaggio da una marcia all’altra.

Come abbiamo detto all’inizio, in autunno vedremo anche la Peugeot 508 SW in versione ibrida, tanto per far capire che la casa automobilistica d’oltralpe non ha alcuna intenzione di rinunciare a quel segmento di mercato rappresentato da quegli automobilisti che non si sono convertiti al SUV ma la comodità e lo spazio li ricercano ancora nella vecchia ma sempre amata station wagon.

Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV sportivo plug-in a trazione integrale

Stesso cambio automatico rivisitato, batterie un po’ più grandi, qualche cavallo in più che esce dal motore, si arriva a 200 con la propulsione termica e a 300 con quella combinata, un raddoppio di motore elettrico, posto, il secondo, sull’asse anteriore, la trazione integrale, che non è presente neanche sulle versioni a propulsione termica,  e l’i-Cockpit rivisto – è presente anche sulla 508 – per tenere sotto controllo i parametri dei consumi delle batterie, con tanto di grafici di flussi di energia che, lo ammettiamo, sono un po’ ipnotici, sono gli ingredienti principali della Peugeot 3008 Hybrid4, il SUV della casa del Leone in versione ibrida. Disponibile anche la mappa dei punti di rifornimento presenti sul percorso.

Non manca, inoltre, la frenata rigenerativa, con recupero dell’energia sul rilascio dell’acceleratore, e la funzione e-Save, che permette di utilizzare parte dell’autonomia in modalità totalmente elettrica.

Entrambe le versioni dispongono, infine, delle modalità di guida Sport, per chi ha il piede un po’ più pesante, e Hybrid, che tiene sotto controllo i consumi e e contiene le emissioni di CO2 nel limite massimo di 49 g/km.

Molte sono, quindi, le promesse che abbiamo raccolto sotto lo stand Peugeot, promesse che noi personalmente non vediamo l’ora di poter provare.

Le batterie della Peugeot 508 Hybrid e della Peugeot 3008 Hybrid4: pro e contro

In entrambi i modelli i pacchi di batterie agli ioni di litio si trovano sotto il divano, in modo da non rubare posto ai bagagli. Quelli della berlina sono da 11,8 kW, mentre arrivano fino a 13,2 kw quelli del SUV. Decisamente capienti, ci si ferma a 40 km di autonomia per la Hybrid e si arriva fino a 50 km per la Hybrid4, hanno, però, il difetto di essere lente a ricaricarsi: con la presa di casa ci vogliono fino a 7 ore, che scendono a quasi 2 se si ha il Wallbox da 6,6 kW.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/peugeot-508-hybrid-3008-hybrid4/

Ecomondo4fleet – Ecomondo 2018 6-9 Novembre

Ecomondo4Fleet è la piattaforma di incontro tra fleet manager, mobility manager, gestori parchi veicoli aziendali e i referenti delle case automobilistiche, un appuntamento dedicato agli addetti ai lavori del settore mobilità.

La partecipazione a Ecomondo4Fleet è gratuita e avviene tramite invito. Un’ opportunità per le aziende espositrici che possono coinvolgere chi si occupa del parco auto o dei diversi aspetti della mobilità aziendale.

Mercoledì 7 novembre ⇒Giornata dedicata ai professionisti della mobilità aziendale, con contenuti ad hoc:

  • possibilità di provare su strada le vetture ad alimentazione alternativa disponibili sul mercato;
  • partecipare a seminari e convegni;
  • opportunità di incontrare i referenti delle case automobilistiche;

VEICOLI A BASSE EMISSIONI E AD EMISSIONI ZERO.

La riduzione drastica delle emissioni di sostanze inquinanti e dannose per la salute  e di gas effetto serra è un obiettivo raggiungibile in tempi molto brevi. Veicoli alimentati da biocombustibili liquidi, biometano, elettricità, idrogeno e tecnologie di trazione ibride, ibride plug-in, elettriche rappresentano un portafoglio tecnologico molto ampio e capace di raggiungere l’obiettivo della compatibilità ambientale nelle diverse aree del pianeta e in differenti situazioni di mercato. L’elettrificazione della mobilità apre spazi creativi, economici e imprenditoriali importanti per la realizzazione di una nuova infrastruttura di produzione, distribuzione e stoccaggio intelligente di elettricitàottenuta da fonti rinnovabili, per la diffusione di nuovi vettori energetici come l’idrogeno.

 

Fonte: https://www.cittasostenibile.net/citta-sostenibile/focus/mobilita

Renault-Nissan-Mistubishi, dal 2021 con Android.

Renault-Nissan e Mitsubishi hanno firmato con Google una partnership tecnologica finalizzata a dotare i veicoli, facenti parte del progetto, del sistema operativo Android. Ciò permetterà di offrire servizi di infotainment intelligenti e applicazioni a partire dal 2021.

 

GOOGLE MAPS come navigatore.

Verrà proposta la navigazione su Google Maps, l’accesso alle applicazioni automobilistiche di Google Play Store e il controllo vocale tramite Google Assistant che permette di rispondere alle chiamate e agli SMS, gestire il sistema multimediale, cercare informazioni e gestire le varie funzioni del veicolo.

 

Alliance 2022.

La partnership rientra nel piano a medio termine “Alliance 2022”, che prevede di equipaggiare un numero sempre più elevato di veicoli con servizi di connettività di bordo. Conducenti e passeggeri beneficeranno dell’evoluzione di Google e Android. L’ambiente proposto sarà, però, compatibile anche con dispositivi gestiti da altri sistemi opertivi, tra cui Apple iOS.

Fonte: https://www.panorama-auto.it/novita/news/renault-nissan-mitsubishi-partnership-google-android.