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Noleggio a lungo termine. Conviene anche ai privati!

Il noleggio di auto a lungo termine conviene e quello che è scoppiato tra gli italiani e l’automobile non di proprietà è un vero e proprio colpo di fulmine.

Sembra strano ma è così. Il nostro è, infatti, un popolo di appassionati di motori, di innamorati del pedale dell’acceleratore e di compulsivi feticisti dell’Arbre Magique e dei tappetini coordinati al coprivolante; si potrebbe quasi dire che siamo dei fanatici delle due e delle quattro ruote e che per noi l’automobile è tra le cinque cose più importanti della nostra esistenza – non ci chiedete cosa sono le altre quattro – senza correre il rischio di essere accusati di affermare luoghi comuni. Per il conducente italico, insomma, l’automobile è sacra e deve essere rigorosamente di proprietà.

Eppure qualcosa sta cambiando, e anche molto velocemente; i dati di una Ricerca condotta da ANIASA – Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici -, infatti, ci regalano una fotografia quasi inaspettata: più di 30.000 automobilisti nostrani preferiscono affidarsi ai vantaggi offerti dal noleggio a lungo termine e abbandonano la macchina di proprietà.

Il noleggio a lungo termine comincia, quindi, ad essere un’opportunità interessante non più solo per i professionisti che con la vettura macinano migliaia di chilometri alla settimana, per i quali i vantaggi di questa formula sono chiari da un po’, ma anche per il conducente privato. Le ragioni di ciò possono essere ricercate sicuramente nella costante crescita dei costi relativi alla gestione e alla manutenzione di un’automobile di proprietà, ma anche nella trasformazione del mercato, che propone soluzioni di car sharing sempre più vantaggiose.

Il noleggio auto a lungo termine conviene, quindi, anche ai privati, i quali, almeno stando ai dati degli ultimi mesi, dimostrano di essere sempre più interessati a questa nuova formula di mobilità.

Ad attrarre gli automobilisti è sicuramente la possibilità di comprendere in un’unica rata mensile fissa tutte le spese che ogni anno ricadono in modo sempre più importante sulle spalle dei proprietari di un’autovettura; il 55% del campione di persone intervistate si è detto molto interessato al fatto che nella rata è compreso il premio assicurativo, il 47% dà molto peso alle spese di manutenzione ordinaria comprese e una percentuale analoga considera molto vantaggiosa la possibilità di ottenere soccorso stradale e di poter riparare l’autovettura in caso di danni riportati durante un incidente senza veder lievitare l’importo dovuto.

Certo va anche detto che fino a non molto tempo fa le società che offrivano il servizio di noleggio a lungo termine non erano moltissime, caratteristica che irrigidiva un po’ il mercato e non favoriva l’abbassamento dei canoni di noleggio.

Negli ultimi anni, però, le cose sono decisamente cambiate e gli operatori attivi nel settore si sono moltiplicati, consentendo un deciso ridimensionamento dei costi, diventati oggi accessibili ai più, fino al punto che ci sentiamo di poter affermare che oggi come oggi il noleggio a lungo termine di auto conviene anche per i privati, quasi sempre più dell’acquisto.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/noleggio-auto-a-lungo-termine-conviene-anche-ai-privati/

Tutti pazzi per il noleggio a lungo termine

Tutti pazzi per il noleggio a lungo termine: un italiano su quattro sa cos’è, uno su otto si dichiara interessato a provarlo e il 2018 verrà ricordato come l’anno della consacrazione di questa formula; possiamo dirlo a voce alta: è boom del noleggio a lungo termine.

I numeri, del resto, parlano chiaro: il 2017 ha registrato oltre il 15% in più di immatricolazioni riconducibili al NLT e la percentuale del 2018, ancora non concluso, è già arrivata a superare il 22%

Ormai tutti, sia i professionisti che i privati, hanno il desiderio di capire cosa si prova ad avere a disposizione una macchina sempre nuova ed efficiente pagando solo una rata mensile onnicomprensiva. Sono 30.000 gli automobilisti italiani che hanno abbandonato l’auto di proprietà e si sono lasciati conquistare dal long rent ed una ricerca dell’ANIASA – Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici – ha rilevato che sono molti gli italiani che sono in procinto di lanciarsi nell’avventura del long rent.

Cerchiamo di capire insieme il perché di tanto successo.

Fino a non molto tempo fa il noleggio a lungo termine era una formula riservata esclusivamente ai professionisti e alle aziende; i costi, infatti, erano ancora troppo elevati per i privati, i quali non potevano usufruire degli sgravi fiscali dedicati ai possessori di partita IVA e alle società.

Gli ultimi 8 mesi di quest’anno, però, dimostrano che qualcosa è cambiato e gli automobilisti italiani hanno cominciato a dimostrare interesse verso il long rent, complice anche una rinnovata mentalità economica generalizzata che basa i suoi capisaldi sui principi della sharing economy in diversi settori; le società operanti nel settore hanno colto l’occasione al balzo e hanno messo sul mercato pacchetti vantaggiosi dedicati nello specifico al segmento dei privati.

La formula è conosciuta. A fronte di  una rata mensile onnicomprensiva si può noleggiare un’automobile per un periodo compreso tra i 12 e i 60 mesi. Il boom del noleggio a lungo termine è riconducibile, però, dalla formula “all inclusive” che prevede siano compresi nella rata mensile tutte le pratiche burocratiche connesse e le manutenzioni ordinarie e, la maggior parte delle volte, straordinarie che si dovranno affrontare nel periodo prescelto.

Il canone ovviamente varia, a seconda delle caratteristiche del contratto, della lunghezza dello stesso, del chilometraggio annuale, dei servizi accessori e del modello di auto che si scelgono.

Come abbiamo già accennato il long rent è ormai conveniente per tutti.

Se da una parte, infatti, i professionisti e le aziende possono usufruire di maggiori vantaggi economici, in quanto quelli fiscali si sommano a quelli offerti dalla formula in sé, anche per i privati comincia ad essere conveniente.

Bisogna considerare che quando si acquista un’automobile questa si svaluta del 50% nel giro di due anni; se a ciò si aggiungono le spese di assicurazione, di bollo e quelle relative alle varie manutenzioni, basta ricordare il cambio degli pneumatici stagionali, si capisce che il NLT diventa conveniente anche per gli automobilisti privati, soprattutto se prolungato nel tempo.

Da non sottovalutare, infine, che in questo modo si acquisisce anche la possibilità di avere a disposizione, proprio come se fosse propria, un’automobile nuova, da poco uscita sul mercato.

Concludiamo sottolineando che la scelta è vasta e si possono noleggiare tutti i tipi di veicoli: city-car, berline, crossover, SUV di ultima generazione e furgoni commerciali; ovviamente tutto dipende dalle necessità del cliente e dal budget che può investire.

Altra tendenza che contribuisce non poco al boom del noleggio a lungo termine è la costante crescita del cosiddetto fleet management in conto terzi.

Di cosa si tratta esattamente? In pratica quelle aziende che hanno la necessità di utilizzare più di un veicolo affidano la gestione della propria flotta aziendale a soggetti terzi, specializzati nel settore. I mezzi di trasporto possono essere di proprietà del cliente che richiede la gestione, ma sempre più spesso il fleet management coesiste con i servizi del noleggio a lungo termine; in pratica la società che fornisce i mezzi di trasporto a noleggio si occupa anche di gestirli. Ciò si traduce, per il cliente finale, in un abbattimento notevole dei costi – deve preoccuparsi di pagare solo le rate mensili – e in un risparmio di tempo che può essere impiegato per altro.

I dati testimoniano la costante crescita del fleet management, con un fatturato salito, dal 2016 a oggi, da 54,4 milioni a 65 milioni di Euro. La formula del noleggio a lungo termine è scelta dal 100% delle aziende di grosse dimensioni che si affidano al fleet management, ma anche le imprese più piccole cominciano a segnare percentuali ragguardevoli.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/boom-noleggio-a-lungo-termine/

Jaguar full-eletric I-Pace, da auto elettriche silenziose a quella che avvisa i pedoni del suo arrivo con un suono.

Le auto elettriche si sono ormai evolute, hanno un’autonomia che consente loro di percorrere lunghi tragitti da una città all’altra, ricaricarle è diventato facile, eppure c’è un aspetto che all’inizio piaceva tanto e adesso sta invece diventando un problema. Considerata l’assenza di sonorità del motore, il bello dell’auto elettrica è che non produce rumore mentre è in movimento. Immaginate una città popolata solo da vetture totalmente elettriche: potrebbe essere un’oasi di silenzio. C’è una controindicazione però: l’assenza di rumore potrebbe essere pericolosa per i pedoni, che non sentirebbero più il sopraggiungere di un’auto mentre attraversano la strada. Per risolvere il problema, Jaguar ha sviluppato un sistema di avvertimento per la sua full-electric I-Pace.

Il sistema Avas (acronimo di Audible vehicle alert system) entra in funzione alle basse velocità ed è stato ideato proprio a tutela dei pedoni, con particolare attenzione per i non-vedenti. Il suono per sentire l’auto sviluppato da Jaguar viene emesso quando la I-Pace viaggia fino a 20 km/h e supera la soglia minima dei 56 dB(A), richiesta dalla prossima normativa europea che riguarderà tutti i veicoli elettrici a partire da luglio 2019.

Gli ingegneri Jaguar hanno lavorato quattro anni per arrivare alla definizione di una sonorità udibile e discreta, che non viene percepita dall’interno dell’auto, e l’hanno testata assieme a “Guide Dogs for the Blind”, la più grande organizzazione di beneficienza del Regno Unito dedicata alle persone affette da cecità. Inizialmente, si era pensato a un suono ispirato ai veicoli aerospaziali, ma gli ingegneri Jaguar si sono resi conto durante i test che al passaggio della I-Pace i pedoni reagivano guardando verso il cielo invece che verso la strada. Prima di scegliere il suono definitivo, quindi, hanno testato diverse varianti, in diverse ambientazioni e in vari scenari urbani.

A livello di tonalità e volume, il suono d’avvertimento aumenta in linea con la velocità del veicolo e, quando viene inserita la retromarcia, viene accompagnato da un tono aggiuntivo che indica il cambio di direzione. Sopra i 20 km/h il sistema Avas si disattiva: per sentire l’arrivo di un’auto elettrica sono sufficienti (si spera) la rumorosità del vento e il rotolamento degli pneumatici.

Fonti: https://www.tempostretto.it/news/tecnologia-auto-elettriche-silenziose-jaguar-pace-avvisa-pedoni-suono.html

https://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2018/10/14/news/jaguar_full-electric_i-pace_il_silenzio_uccide-208784302/?ref=RHPF-VM-I0-C6-P2-S3.2-T1&refresh_ce

La Ford annuncia il nuovo Transit

APPUNTAMENTO A METÀ 2019 – Al salone del veicolo industriale e commerciale di Hannover la Ford ha presentato il suo nuovo Ford Transit 2018 nella taglia da 2 tonnellate, vale a dire di veicolo commerciale leggero, per i traffici capillari di merci non voluminose. La nuova proposta sarà messa in vendita a metà 2019. Le novità sono parecchie, tutte legate alla natura di veicolo da lavoro del modello. Ciò a partire dai consumi migliorati, ma anche dall’arricchimento della dotazione in tema di connettività, ormai quasi indispensabile nella gestione delle flotte e nelle attività di distribuzione.

NUOVA PROPOSTA MOTORI – Il Ford Transit 2018 mette in primo piano la nuova gamma di motori tutta orientata al contenimento dei consumi. A risaltare è la novità del propulsore mild hybrid (ibrido leggero) che è in grado di far scendere dell’8% i consumi nel traffico urbano, che è poi quello che interessa di più questa tipologia di veicolo. Da sottolineare anche il fatto che tale unità diesel-mild hybrid è la prima di questo tipo nella categoria dei veicoli commerciali fino a 2 tonnellate. Accanto alle versioni da 105, 130 e 170 CV del turbodiesel 2.0 EcoBlue della casa ci sarà così anche questa quarta soluzione di grande modernità. Appunto la versione mild hybrid che mette a disposizione 185 CV. Sulle versioni del Transit a trazione posteriore, dalla primavera del 2020 questo innovativo propulsore sarà abbinato a cambio automatico a 10 rapporti. Il miglioramento delle caratteristiche relativi alle attività di lavoro comprende anche un potenziamento dei dispositivi elettronici di assistenza alla guida. Tra le altre cose sono presenti il sistema Active Park Assist che aiuta nelle manovre di parcheggio me il Lane-Keeping Aid che aiuta a mantenere la giusta posizione nella propria corsia di marcia.

TANTI INTERVENTI PER CONSUMARE MENO – I miglioramenti in tema di consumi del Ford Transit sono stati perseguiti e ottenuti con l’adozione di diverse soluzioni, anche non strettamente motoristiche. Per esempio: un contributo a contenere i consumi contribuisce il servosterzo elettrico Epas (che inoltre riduce la fatica del conducente), l’alleggerimento generale del veicolo, l’impiego di gomme a bassa resistenza al rotolamento e la particolare cura aerodinamica della carrozzeria. Completa il quadro la presenza di serie su tutta la gamma del sistema Start-Stop particolarmente efficace nel traffico cittadino. Un ulteriore aiuto deriva poi dalla disponibilità del dispositivo Efficient Drive Mode che grazie all’impiego del collegamento GPS aiuta il conducente alle migliori scelte di guida per limitare il consumo. La Ford ha anche comunicato che la gamma del nuovo Transit da 2.0 tonnellate nella primavera del 2020 sarà ampliata.

SUPERCONNESSO – Il nuovo Ford Transit porta con sé anche una dotazione importante in tema di connettività. Nell’equipaggiamento disponibile è compreso il sistema multimediale Ford SYNC 3, che consente appunto un’ampia versatilità in proposito, con grande facilità di uso, anche grazie ai comandi vocali. Sulla plancia è prevista la presenza di un display di 8 pollici.

Fonte: https://www.alvolante.it/news/nuovo-ford-transit-2018-359260

Rivoluzione mercato automotive: addio diesel e via libera alle motorizzazioni green

La prima data importante è in arrivo ed è talmente vicina che corriamo il rischio di non rendercene neanche conto: entro il 2020 bisognerà dire addio al diesel, il mitico motore nato per garantire maggior sicurezza sulle strade e un rendimento migliore per i vecchi motori a vapore e a benzina.

la seconda data importante è un po’ più lontana: entro il 2030 il parco auto mondiale dovrà essere costituito da auto elettriche o ibride. Non vi mettete comodi, però, perché il futuro è qui a portata di mano e la rivoluzione del mercato automotive è già iniziata da un pezzo, con nuovi modelli prodotti già sulle strade, altri più futuristici che ci sono stati promessi e una campagna di incentivi per le auto elettriche e per le auto ibride che potrebbe contribuire a far esplodere il fenomeno.

Cerchiamo di capirne un po’ di più in tutto questo – piacevole marasma che sta trasformando tutto il mercato dell’automotive.

Addio Diesel

Ha cominciato a perdere colpi intorno al 2015, con lo scandalo Dieselgate che colpì prima la VW e poi tutte le altre case automobilistiche, ma la vera débâcle per il motore diesel è arrivata quando si è capito che inquinava troppo e sono state varate le nuove normative europee RDE – Real Driving Emission – , secondo le quali dal 2020 in poi dai tubi di scarico delle auto a gasolio non dovrà più uscire il particolato, il micidiale PM10. Mission impossible.

Il crollo è stato verticale, da vera disfatta, e per dimostrare quanto affermato basta dire che nel primo trimestre del 2018 le immatricolazioni diesel in Europa, unico mercato mondiale per il motore a gasolio, rappresentavano poco meno del 38% della quota complessiva, ossia il -17% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente. In alcune capitali europee si è addirittura vietata la circolazione delle auto diesel nei centri urbani, impedendo, de facto, agli automobilisti di utilizzare la propria automobile.

Incentivi auto ibride ed elettriche

Ha contribuito alla repentina morte dell’amatissimo motore nato dal genio di Rudolf Diesel in un’officina di Berlino nell’ormai lontanissimo 1892, la parallela evoluzione dei motori ibridi, sostenuta da un’ottima campagna di incentivi per le auto ibride ed elettriche, essenziali per la diffusione dei motori green.

Al netto del nostro Belpaese, infatti, che, diciamolo senza vergogna, è il fanalino di coda di tutto il Vecchio Continente, anche a causa di una totale mancanza di incentivi per le auto elettriche, il resto d’Europa fa registrare un +43,6%, indubbiamente di più rispetto all’Italia, ma anche di meno rispetto a Cina e Stati Uniti.

A dire il vero nel 2012 erano stati introdotti anche da noi alcuni incentivi per auto ibride ed elettriche, ma nella Legge di Bilancio del 2017 non sono stati confermati, condannando il nostro paese all’emarginazione, se non per l’esempio di alcuni comuni virtuosi, come quello di Bolzano che ha stanziato 4.000 Euro per chi acquista un’auto elettrica e 2.000 per chi preferisce una ibrida plug-in, arricchendo il pacchetto con l’esenzione dal pagamento del bollo per 5 anni.

Diversa la situazione in Germania, che ha stanziato 600 milioni di Euro, cifra che permette ai cittadini tedeschi che acquistano un’auto elettrica o ibrida di ricevere 4.000 Euro di contributo, in Spagna, con uno stanziamento più contenuto, ma pur sempre apprezzabile, di 20 milioni, e nei paesi nordici, tra i quali spicca la Norvegia che si aggiudica il primato di essere l’unico paese al mondo sulle cui strade circolano più veicoli elettrici o ibridi che automobili che custodiscono un motore termico sotto il cofano.

Andamento mercato automotive

È da sempre l’evento mondiale che apre l’anno del settore automotive e per questo gode di particolare fama. Stiamo parlando del Salone di Detroit, che si svolge ogni anno nel mese di gennaio nella capitale del Michigan, e, come sempre durante il suo svolgimento, anche quest’anno non sono mancate le previsioni per l’anno, che vi riveliamo con grande piacere.

Gli Stati Uniti sembrano, ad esempio, usciti dal terribile crollo del 2016, nonostante un -3% rispetto al 2017 previsto nel corso del 2018; a reggere il comparto e ad evitare ulteriori cadute è il segmento delle auto usate, che va a compensare la non ancora florida situazione per quanto riguarda il nuovo.

 

Meglio va in Europa, con una crescita prevista del 2-4%, incremento che conferma e amplifica i successi già ottenuti negli ultimi anni, con l’Italia che sale sul gradino più alto del podio, con un +7,9, anche se va sottolineato che la percentuale di crescita così alta è dovuta prevalentemente al recupero in corso rispetto ai valori ante-crisi, recupero già raggiunto dalla maggior parte degli altri paesi.

 

Volano, invece, i paesi in via di sviluppo economico, i cosiddetti BRICSBrasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – con un +11% previsto in India, un quasi +12% in Russia, una percentuale poco al di sotto del 10% per il Brasile e un più contenuto +1-3% per il gigante Cina, penalizzata dalla forte tassazione sui motori termici.

I brand che ci piacciono

Nonostante tutti gli scandali che da qualche anno lo perseguitano, il Gruppo Volkswagen acchiappa quasi il 24% della quota di mercato, tanto che gli analisti hanno valutato con 4 stelle la solidità delle sue azioni sui mercati.

Menzione obbligatoria va al Gruppo PSA, che registra un +28,1%, anche se bisogna sottolineare che da agosto del 2017 ha inglobato le vendita della Opel, che non è mica un brand qualunque.

Ottima anche FCA, con Jeep e Alfa Romeo che fanno la parte del leone, anche se le autovetture del Lingotto continuano ad essere le più vendute in Italia.

Concludiamo con la BMW, immancabile in questo elenco, che sta dimostrando di non aver paura del cambiamento, mettendo sul mercato nuovi modelli ed efficaci restyling, sia sotto il profilo stilistico che sotto quello dell’efficienza energetica.

 

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/automotive-addio-diesel-si-alle-motorizzazioni-green/

Telematica sulle flotte, uso a due velocità

L’uso dei dispositivi telematici è sempre più diffuso a bordo delle flotte aziendali di qualunque dimensione: l’utilizzo nei grandi parchi è finalizzato principalmente alla protezione e semplificazione della gestione della flotta, mentre per i medio-piccoli i vantaggi riguardano in particolare la capacità di generare saving sui costi di gestione.

La spinta dei noleggiatori verso la dotazione di black box a bordo dei veicoli si confronta spesso con timori e dubbi dei fleet manager, tutti comunque convinti che l’equipaggiamento hi-tech aumenterà sensibilmente nei prossimi 12 mesi. Sono questi i principali risultati che emergono dalla ricerca “La telematica sale a bordo”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende e presentata nel corso dell’evento “Black box: fleet management e corporate car sharing”, tenutosi a Milano presso la sede di Assolombarda.

I vantaggi percepiti

L’indagine ha analizzato l’impatto crescente della telematica sulle flotte aziendali, mettendo a confronto le strategie sul tema adottate da quelle di grandi dimensioni con quelle medio-piccole. Due i raffronti più interessanti proposti dalla survey, riguardanti in particolare la scelta di dotarsi di black box e i principali vantaggi percepiti. Su quest’ultimo punto, la rilevazione ha evidenziato importanti differenze. La maggior parte delle grandi aziende che adottano la scatola nera, infatti, beneficia dei dati relativi ai furti (68%) e, a seguire della gestione dei crash (51%), della verifica dei consumi di carburante (37%) e del monitoraggio delle attività di manutenzione (34%).Un punto importante, evidenziato dal 29% degli interpellati, è l’analisi dello stile di guida dei driver, fondamentale per avviare una coscienza più ecologica e, allo stesso tempo, per incrementare la sicurezza.

Da parte loro, le flotte medio-piccole, invece, danno rilevanza soprattutto alla voce “manutenzione” tra i parametri tenuti sotto controllo grazie alla black box. Secondo i fleet manager, infatti, la perfetta efficienza del veicolo è fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per il pieno rispetto degli impegni contrattuali firmati con il noleggiatore: rispettare gli intervalli di manutenzione, i cambi olio, i richiami delle Case e la sostituzione degli pneumatici è importante per non incorrere in penali poco gradite al momento della riconsegna del veicolo. In sostanza, se da una parte i fleet manager di grandi parchi auto promuovono l’utilizzo della black box principalmente per semplificare la gestione della flotta e renderla più sicura, per quelle più piccole l’obiettivo principale è costituito dai saving consentiti.

Una questione di cultura

Su un altro tema i due cluster presi in considerazione dalla ricerca sembrano però mostrare conclusioni univoche: siamo ancora di fronte a un fenomeno “a due velocità”. Da un lato, ci sono le società di noleggio che spingono per proteggere il proprio parco con dispositivi telematici per i vantaggi operativi, finanziari e di contenimento del rischio, dall’altro i fruitori delle company car che nella maggior parte dei casi vengono dotati di veicoli di black box senza averne particolare consapevolezza e vorrebbero percepirne maggiori vantaggi. Oltre il 50 per cento dei fleet e mobility manager intervistati crede, comunque, che la telematica nelle flotte avrà un futuro roseo e prevede che il numero dei veicoli in parco equipaggiati con la scatola nera aumenterà già nei prossimi 12 mesi.

“Senza dubbio, questo è un momento chiave per la crescita della telematica all’interno delle flotte. Una frontiera che, ormai, cattura l’interesse non solo delle grandi aziende, ma anche delle realtà con parchi più piccoli – ha evidenziato Maurizio Capogrosso di Top Thousand – e che si orienta principalmente verso due obiettivi: la sicurezza e il risparmio sui costi, accompagnato dall’agevolazione nella gestione del parco auto. L’importanza di questi fattori spiega la visione ancora ‘attendista’ di alcuni fleet manager, che constatano sì la rapida diffusione della tecnologia, ma per passare ad un ruolo più attivo necessitano di vantaggi economici e gestionali sempre più tangibili”.

 

Fonte: http://www.rentalblog.it/osservatorio/scenari/telematica-sulle-flotte-uso-a-due-velocita/

Volkswagen Polo TGI: noleggio a metano economico e convincente

Tra le utilitarie più vendute e noleggiate in Italia, la nuova Volkswagen Polo si sta rivelando uno dei modelli più interessanti, in particolare perché è disponibile 8per la prima volta sulla Polo), una brillante ed economica versione con motorizzazione a metano. La Polo è giunta ormai alla sesta generazione, ed è stata venduta finora in più di 14 milioni di esemplari (quasi 16,5 milioni, comprese le versioni derivate) in tutto il mondo. La nuova serie, lanciata alla fine dello scorso anno, offre un package ottimizzato, grazie al pianale modulare trasversale MQB: esternamente più lunga e più bassa rispetto al modello precedente, ma più spaziosa all’interno. Rispetto alla serie precedente ha una lunghezza di 4,053 m (+ 81 mm), un passo di 2,564 mm (+ 94 mm) e una capacità del bagagliaio di 351 litri (+ 71 litri), che però scendono a 251 litri nella TGI a metano a causa della presenza della bombola del gas.

Grazie al pianale modulare trasversale MQB, la Polo fissa nuovi standard di riferimento nella sua categoria: Front Assist, Blind Spot Detection, cruise control con regolazione automatica della distanza ACC, sistema anti collisione multipla e fari con tecnologia led, dotazioni finora riservate alle classi superiori. Questa generazione è anche la prima Polo con strumentazione interamente digitale: l’Active; Info Display di seconda generazione debutta sulla nuova Polo.

Il 1.0 TGI 90 CV è il primo motore a gas metano impiegato su una Polo: è un tre cilindri di nuova progettazione che sviluppa 90 CV da una cilindrata di 999 cc; questa potenza è sempre disponibile tra 4.500 e 5.800 giri. L’efficiente motore a gas metano eroga la sua coppia massima di 160 Nm già a 1.900 giri (fino a 3.500 giri). Il motore, che come tutti i propulsori EA211 presenta un rapporto di compressione di 10,5:1, si avvia sempre in modalità a metano (se la riserva di gas è sufficiente). Se invece, nel serbatoio ad alta pressione (che offre la massima garanzia di sicurezza) la riserva di metano si esaurisce, il motore a ciclo Otto passa all’alimentazione a benzina. L’autonomia complessiva della Polo 1.0 TGI arriva a superare i 1.190 chilometri, comprendendo lo sfruttamento della capacità del serbatoio a benzina.

La Polo TGI è disponibile in tre allestimenti, ovvero quelli principali della gamma Polo: Trendline, Comfortline e Highline. I prezzi di listino sono rispettivamente di 16.600 euro, 18.500 e 19.950. Già la versione di accesso Trendline vanta un’ottima dotazione di serie. Gli equipaggiamenti di serie comprendono infatti sistemi di assistenza quali il sistema anti collisione multipla e il Front Assist con funzione di frenata di emergenza City e riconoscimento dei pedoni, il controllo elettronico della stabilità (ESC) con assistenza nelle partenze in salita, il sistema di frenata anti collisione multipla Multicollision Brake, il rilevatore di stanchezza del guidatore Fatigue Detection, 6 airbag, inclusi airbag a tendina anteriori e posteriori, il limitatore di velocità, la regolazione in altezza per il sedile conducente, le luci diurne e illuminazione della targa a LED.

La versione successiva Comfortline aggiunge ulteriori dotazioni quali sistema di infotainment Composition Media con USB e Bluetooth, la ricarica a induzione per smartphone e il climatizzatore. Inoltre sono presenti i cerchi in lega da 15 pollici, gli specchietti retrovisori esterni regolabili/riscaldabili elettricamente, gli alzacristalli anteriori e posteriori elettrici con funzione comfort, il display multifunzione Plus. Scegliendo l’allestimento Highline, si ottengono dotazioni quali la strumentazione digitale Active Info Display, il pacchetto estetico R-Line e l’illuminazione ambiente a led. Inoltre ci sono i cerchi in lega leggera da 16 pollici, i fendinebbia con luci di svolta, il pacchetto pelle, il bracciolo centrale anteriore con vano portaoggetti, i sedili sportivi comfort anteriori, l’Active Info Display.

La versione più adatta alle flotte aziendali è la 1.0 TGI Comfortline, ossia quella intermedia. La Polo a gas è una delle auto dai costi d’esercizio più bassi, grazie al costo del carburante che alla pompa è di poco superiore a 1 euro al kg. Il serbatoio contiene 11,6 kg di metano e la percorrenza dichiarata dalla Volkswagen è di 24,4 km con 1 kg in città (quindi l’autonomia è di circa 250 km), e di ben 38,5 km/kg su strade extraurbane (in media si dovrebbero percorrere circa 400 km con un pieno, quindi con una spesa di poco più di 10 euro). A differenza di altre vetture a metano della stessa categoria (in pratica la concorrente più accreditata è la ormai vecchia Fiat Punto, che ha il vantaggio però di costare meno), la Polo è molto brillante grazie ai suoi 90 CV (la Punto Natural Power a metano ne ha 69), anzi, è quasi sportiva. Sfatato quindi il mito negativo delle auto a gas lente e poco brillanti, la Polo TGI può aspirare a prendere il posto della versione a gasolio. Tra l’altro rispetto alla versione 1.6 TDI corrispondente, quella da 95 CV, a parità di allestimento Comfortline, la 1.0 TGI costa soltanto 450 euro in più. Ma offre anche costi di assicurazione nettamente inferiori, perché la sua cilindrata è soltanto di 1 litro contro il “millesei”.

Fonte: http://www.fleetblog.it/2018/05/14/volkswagen-polo-tgi-noleggio-a-metano-economico-e-convincente/

Niente Motor Show 2018 a Bologna

Il Motor Show di Bologna non esiste più, l’edizione inizialmente a calendario dal 6 al 9 dicembre 2018 è stata definitivamente cancellata. La storica kermesse emiliana delle due e le quattro ruote rinascerà sotto un’altra veste nella vicina Modena, dividendosi tra il quartiere fieristico, la città, il territorio, l’autodromo di Marzaglia. Appuntamento al 16-19 maggio 2019, ma il cosiddetto “Motor Show Festival – Terra di Motori” non sarà la stessa cosa.

TRASLOCO FORZOSO Da qualche giorno la notizia era nell’aria. L’eredità del Motor Show 2017? Costruttori poco interessati ad investire, pubblico inferiore come massa critica alle aspettative, risultato un passivo di 1,7 milioni di euro. E così la scelta drastica di BolognaFiere, organizzatore del Salone e proprietaria anche di ModenaFiere, di imboccare la via Emilia e trasferire il baraccone nella succursale di provincia. Da Show a Festival, un nuovo format che rispecchia i trend che avanzano, ma che al tempo stesso suona tanto come pesante ridimensionamento.

DOWNSIZING Ad annunciare la rivoluzione, il direttore generale di BolognaFiere Antonio Bruzzone, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, infine Vincenzo Conte di Centro Studi Promotor. “In questi anni – afferma Bruzzone – noi organizzatori di fiere ci siamo chiesti come gli ingredienti della formula Motor Show potessero e dovessero evolvere. BolognaFiere opera con una logica aziendale di competitività, l’ottica di ottimizzazione e miglioramento continuo non poteva non interessare il Motor Show. Ecco quindi l’esigenza di un nuovo progetto più agile e flessibile, un vero e proprio evento, più che un Salone in senso tradizionale”.

SALONE LIQUIDO Ecco, dimentichiamoci per sempre i fasti degli anni d’oro, ma anche un Motor Show così come ci eravamo abituati a viverlo nelle ultime edizioni. Si punta sul marchio Motor Valley, cioè su una terra effettivamente ad elevato tasso di passione, cultura e radicamento automotive. Dai Costruttori di auto sportive (Ferrari, Maserati, ma anche Pagani, e poco più in là Lamborghini, Ducati, Dallara) alle esposizioni a tema (i Musei Ferrari di Modena e Maranello, il Museo Pagani di San Cesario sul Panaro, il Museo Stanguellini, il Museo Panini). Basterà, il brand Motor Valley, a richiamare pubblico e Case auto? L’esperienza del Salone di Torino – Parco Valentino insegna che la formula del festival diffuso può riscuotere successo. La speranza è proprio che il “Motor Show 2.0” sia per tutti una piacevole sorpresa.

AL LAVORO Il programma è ancora in fase di definizione: BolognaFiere ha attivato una nuova unità operativa che da oggi risponde a ModenaFiere e all’ad Paolo Fantuzzi, e nella quale confluisce tutto il team del Motor Show. Entro un mese, assicurano, a espositori e partner verrà presentato il progetto.

Fonte: https://www.motorbox.com/auto/magazine/vivere-auto/motor-show-di-bologna-annullata-edizione-2018-a-maggio-2019-a-modena


Noleggio a lungo termine: i dati di Agosto 2018.

 I dati sulle immatricolazioni auto agosto 2018 conquistano ancora il segno positivo e riportano il sorriso sui volti di molti addetti dell’automotive nazionale; dopo mesi di caduta libera, come potete leggere nei nostri articoli che analizzano l’andamento del mercato di maggio e di giugno, e un luglio di timida ripresa, nel mese più pigro dell’anno tutti i segmenti – vendita auto private, noleggio, a lungo e a breve termine, e società – registrano ottimi risultati, con alcune eccellenze che sottolineano, forse, il tanto atteso cambiamento di mentalità auspicato in questi ultimi anni: noleggio a lungo termine e acquisto di auto elettriche ed ibride segnano percentuali a due cifre.

A fronte, infatti, di un +9,3% di media generale troviamo un +35% per il noleggio a lungo termine, un + 93,9% per quanto riguarda la vendita di auto elettriche e un +38,9% per le immatricolazioni di auto ibride, plug in e no. Il recupero è così ghiotto che si azzerano quasi le perdite, visto che il conto complessivo delle immatricolazioni dei primi otto mesi dell’anno si ferma a 1.375.172 veicoli, contro i 1.376.328 venduti nello stesso periodo dell’anno scorso, per una quasi nulla percentuale del -0,1% che da una parte fa tirare un deciso sospiro di sollievo, dall’altra dichiara comunque un mercato un po’ stagnante.

 

A onor del vero va anche detto che a incidere in modo significativo sul successo agostano è l’alto numero di autoimmatricolazioni da parte delle società, in vista dell’entrata in vigore, avvenuta il 1° settembre, dei nuovi criteri di omologazione WLTP, relativi al controllo e al contenimento delle emissioni inquinanti.

È probabile, dunque, che i numeri visti finora siano un po’ gonfiati dalla necessaria corsa allo smaltimento dei modelli non più omologabili, modelli che ci ritroveremo tra qualche tempo in vendita come automobili a km 0; in tal senso bisogna ammettere che il nostro paese ha registrato percentuali di crescita nettamente inferiori a quelle che si sono viste nei paesi cugini – in Francia si è registrato un +40% e in Spagna si è addirittura arrivati a sfiorare il +60% – e ciò potrebbe rappresentare un allarme per i prossimi mesi, anche se, purtroppo, non abbiamo altro modo che attendere per scoprirlo.

Altro dato delle tabelle ufficiali UNRAE che colpisce più di un addetto ai lavori è la performance discutibile del brand che dà lustro all’anima motoristica nazionale: FIATnonostante si confermi, per pochissimo, la marca più venduta, perde oltre il 15%, immatricolando 14.151 esemplari, a fronte dei 16.695 di agosto 2017; peggio fa il Biscione, che dimezza abbondantemente i risultati, perdendo il 54,90%, con 1.278 immatricolazioni contro le 2.834 di dodici mesi fa. Il Gruppo FCA chiude comunque in positivo, con un +2,66% complessivo, grazie all’eccezionale prestazione di Jeep/Dodge, che con 5.265 vetture immatricolate raddoppia abbondantemente le vendite dell’anno scorso, fermatesi a 2.382 vendite.

Chi fa, invece, il botto, inteso in senso positivo, è il gruppo francese PSA, che, lo ricordiamo, dal 1° settembre dell’anno scorso incorpora anche i dati di Opel e che con 13.415 immatricolazioni conquista il 14,65% delle quote di mercato e si piazza sulla corsia di sorpasso rispetto a FIAT, anche se ancora un po’ deve pigiare sull’acceleratore.

Da dire, per concludere, che il 27,13% complessivo detenuto dall’intero gruppo FCA appare abbastanza saldo e non fa temere inaspettati ribaltamenti.

Quanto emerso nel paragrafo precedente trova la sua conferma nei dati delle tabelle UNRAE relative ai modelli più venduti: la mitica FIAT Panda, infatti, si vede strappare il gradino più alto del podio, su cui stava comodamente seduta da cinque anni, dalla Renault Clio, la piccola francese reduce da un recente restyling che l’ha resa ancora più bella; la medaglia di bronzo è rappresentata da un’altra sorpresa, ossia dalla Jeep Compass, il SUV compatto sempre di casa FCA, che rosicchia due posizioni rispetto al mese scorso e lascia solo la medaglia di legno alla 500, l’altra icona del Lingotto.

Scivola di una posizione anche la FIAT Tipo, che si classifica quinta; il sesto, il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo posto sono occupati, nell’ordine, dalla piccola ed economica Dacia Sandero, che sbaraglia ogni pronostico, dalla Citroën C3, dalla Jeep Renegade, dalla 500L e dalla Renault Captur. Una menzione va tributata, infine, anche alla Dacia Duster, che arriva undicesima e si mette alle spalle l’amatissima Toyota Yaris, che perde ben sei posizioni rispetto al mese scorso.

Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/immatricolazioni-auto-agosto-2018/

Salone dell’auto di Parigi 2018

Si terrà a partire da giovedì 4 ottobre 2018  a domenica 14, il rivoluzionario Salone di Parigi 2018.

A fianco ai più importati marchi automobilistici del mondo ritorna il mondo delle moto e si affiancano quelli della mobilità del futuro e della tecnologia. Si tratta di un vero e proprio Salone dell’innovazione a tutto tondo, finalizzato a mantenere acceso l’interesse del grande pubblico.

Il 2 ottobre si terrà la giornata dedicata alla stampa auto che si aprirà al pubblico con il Mondial.Tech. Tra i modelli auto più attesi ci sono Seat Tarraco, Mercedes GLE, DS 3 Crossback e Audi e-Tron.

Purtroppo numerose sono le aziende che hanno deciso di non partecipare al Salone, da Volkswagen a Ford, da Volvo a Opel, Mazda, Subaru, Nissan, Mitsubishi. Anche FCA sarà assente, con Alfa Romeo, Lancia, Jeep, Abarth, Fiat. Saranno esposte solo i marchi di lusso Maserati e Ferrari che faranno compagnia ai brand tedeschi Audi, Bmw e Mercedes e alla Porsche.

Le tre grandi case francesi saranno presenti – Renault con Dacia, Peugeot e Citroen, con la divisione premium DS. La notizia principale, dunque, dell’edizione 2018 del Salone di Parigi (Salone più antico d’Europa, la sua prima edizione risale al 1898), riguarda la registrazione di molte defezioni di peso. Rinunciano a partecipare anche i bran britannici Mclaren, Bentley, Aston Martin e Rolls-Royce.

Come già anticipato Ferrari sarà presente con due novità che sono già stata annunciate e che a Parigi faranno il loro debutto mondiale in pubblico: sono le Ferrari Monza SP1 ed SP2. Sicuramente molto fotografate.